TESTO Commento su Ap 22,1

Dalla Parola del giorno

L'Angelo del Signore mostrò a me, Giovanni, un fiume d'acqua viva, limpida come cristallo che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.

Come vivere questa Parola?

Oggi, ultimo giorno dell'anno liturgico, siamo invitati a immergerci in una visione paradisiaca. L'acqua vivificante che, limpida come cristallo, scaturisce da Dio Padre e da Gesù Agnello immolato e risorto, è simbolo dello Spirito Santo. Tutto attorno risplende e si espande in pienezza una vita d'incredibile fecondità. Altro simbolo, che proprio questo rigoglio e fecondità esprime, è un albero che non dà frutti in un'unica stagione ma ad ogni mese. Interessante un particolare. Questo albero ha foglie terapeutiche: servono a guarire la gente di ogni nazione. Come non riconoscere in esso l'albero della croce che, secondo un'antichissima simbologia iconografica, ha le sue radici in cielo ma espande rami, foglie e frutti qui in terra? "Non ci sarà più maledizione" profetizza ancora Giovanni. Come a dire che al contrario la benedizione di Dio, il suo "dire bene" e operare un bene effusivo non troverà ormai più ostacolo da parte di un'umanità non solo redenta ma convertita a Dio nel proprio cuore.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi soffermerò a visualizzare questo scenario di vita feconda e di pace. È proprio il caso che io invochi il dilagare delle benedizioni su di me, sui miei cari, credendo che gli esiti di tutto saranno buoni, se mi apro fin nell'intimo delle mie intenzioni a cercare e a volere quello che lui vuole: una vita corroborata dalla piena fiducia in lui e nella sua Parola, una vita che lui guarisce se accetto di uscire da qualsiasi atteggiamento egoico.

Padre, dammi l'acqua vivificante dello Spirito e fammi vivere lo stesso modo di pensare e di agire di Gesù.

La voce di un Padre Apostolico
Un'acqua viva dentro di me mormora e dice: vieni al Padre.
S. Ignazio di Antiochia