TESTO Commento su Ap 15,3
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Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (24/11/2004)
Brano biblico: Ap 15,3
Dalla Parola del giorno
Cantavano il canto di Mosè e il cantico dell'Agnello: "Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie o Re delle genti".
Come vivere questa Parola?
In questo mirabile tratto dell'Apocalisse i "vincitori della Bestia" (coloro che, salvati da Cristo hanno riportato vittoria sul Malvagio), cantano il cantico che fu intonato subito dopo la vittoria sugli Egiziani: quello riferito nell'Esodo: "Voglio cantare in onore del Signore, perché ha mirabilmente trionfato" (15,1). Questo assimilare il cantico della vittoria sugli egiziani col cantico dei vincitori sul male esprime con forza una verità tanto consolante: la vera vittoria ancora attuale è quella di Gesù che muore in croce per noi e poi risorge. Come Mosè non attraversa da solo il mar Rosso ottenendo la sconfitta degli Egiziani ma è salvo con tutto il suo popolo, così Gesù porta con sé, nella luce di una grande liberazione, tutti quelli che si lasciano salvare dal suo mistero di morte e risurrezione. Serve alla nostra vita un'osservazione. L'autore ha presentato i cristiani come "coloro che hanno vinto la bestia", mentre il cantico dice che in effetti, è Dio Colui che ha riportato vittoria. Essi hanno preso coscienza che è sempre Dio il vittorioso, è l'Agnello: il Cristo crocifisso e risorto.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò a guardare la mia storia come una vicenda in cui spesso è presente la fatica, la sofferenza, la tentazione; ma ecco, io vedrò dentro tutto ciò che mi capita un Amore che mi sorregge, apportatore di forza, di conforto e di speranza. Dio-Amore, in fin dei conti, non può che vincere!
Signore, Agnello immolato, Crocifisso Risorto, non a me, non a me sia gloria, anche quando trionfo sulla tentazione e sul male. Sei tu il vittorioso. A te tutta la gloria. A te la mia lode.
La voce di un grande mistico
La via nella quale noi troviamo la nostra salvezza è Gesù Cristo, il sommo sacerdote delle nostre offerte, il nostro protettore, l'aiuto per la nostra debolezza. Per lui noi fissiamo lo sguardo nell'alto dei cieli: per lui contempliamo, come in uno specchio, la sembianza immacolata e sublime di Dio; per lui si sono aperti gli occhi de nostro essere; per lui la nostra intelligenza, prima ottusa e ottenebrata, rifiorisce alla sua luce mirabile.
San Clemente