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TESTO Commento su Ap 4,11

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Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (17/11/2004)

Brano biblico: Ap 4,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono.

Come vivere questa Parola?

L'Apocalisse, con le sue descrizioni ardite, ci fa prendere coscienza che l'asse di equilibrio su cui si sostiene il mondo ha come fulcro Dio e non le nostre persone. Sembra un dato scontato, ma, se ci riflettiamo bene, spesso anche nel nostro pregare e nel nostro modo di concepire Dio e di rapportarci con lui finiamo col ruotare intorno a noi stessi. Preghiamo perché Dio ci soccorra nelle nostre necessità. Diciamo che è buono, misericordioso, giusto... perché ci perdona, ci soccorre, possiamo contare su di lui. Tutto vero. Ma quando ci apriamo alla gratuità di una pura contemplazione dove la nostra gioia coincide con il riconoscere che Dio è Amore, è buono, è santo in sé? È come guardare un fiore e vederlo già trapiantato nel nostro giardino, o reciso dalla pianta per la soddisfazione di stringerlo tra le mani e... vedervelo appassire. Ma lo si può anche guardare con occhi diversi, lasciandosi semplicemente afferrare dalla sua bellezza, cogliendo quell'indicibile e impalpabile mistero che si racchiude nella sua fragile esistenza. Forse non riusciremo a verbalizzare ciò che proviamo, ma un rivolo di gioia prenderà a scorrere in noi, pacato, pacificante. Così avviene nel nostro rapporto con Dio. Possiamo pregarlo per chiedere aiuto, ed è giusto. Ma è anche necessario aprirci alla contemplazione di Lui, lasciando da parte tutte le possibili elucubrazioni mentali. Gioire semplicemente di ciò che Egli è e perché è. Gratuitamente. E allora sentiremo gorgogliare in noi l'onda fresca della lode.

Oggi, nel mio rientro al cuore, farò esercizio di contemplazione, che è poi esercizio di gioia. Proverò a lasciarmi prendere dal cinguettio di un uccello o dalla bellezza di un fiore, dal volto sereno di un bimbo addormentato... Lascerò che queste realtà mi parlino per quello che sono, senza razionalizzazioni e immediate utilizzazioni.

Ti lodo e ti benedico, Signore, per quello che sei e perché ci sei. Bellezza ineguagliabile, Tenerezza indicibile, Amore senza confini che tutto avvolgi e trasfiguri, Oceano in cui immergersi è beatificante.

La voce di un grande mistico

La contemplazione non è altro che un'infusione segreta, pacifica e amorosa di Dio la quale, se lasciata libera, infiamma l'anima nello spirito di amore
S. Giovanni della Croce

 

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