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TESTO Commento su Luca 17,1-6

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Lunedì della XXXII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (08/11/2004)

Vangelo: Lc 17,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno >

Se un tuo fratello pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento. Tu gli perdonerai.

Per vivere questa Parola?

Questa parola di grande clemenza sottolinea una propensione fondamentale dell'identità cristiana: quella a essere misericordiosi com'è misericordioso il Padre nostro celeste. Diventa dunque d'importanza prioritaria il perdono che, certo, non ha nulla a che vedere con il permissivismo e il lassismo. Quanto infatti Gesù ha appena detto a proposito dello scandalo, ce ne rende pienamente avvertiti. Qui però tutta l'attenzione va, se posso esprimermi così, al perdono spicciolo, al perdono facile, a cui siamo chiamati dentro il nostro vivere quotidiano. Specialmente oggi il perdono "spicciolo" "feriale"è la terapia più curativa al nostro vivere, dove la relazionalità è tanto disturbata da frequenti conflitti verbali e non verbali. Si tratta, in concreto, del fatto che l'altro (marito o moglie, confratello o consorella, collega o datore di lavoro o dipendente ecc.), spesso "pecca contro di me". E io, d'altra parte "pecco contro l'altro". Non si tratta sempre di gravi offese e peccati di ingiustizia, ma di piccole arrabbiature o di parole pungenti o di quel tratto privo di gentilezza e comprensione che denuncia un'interiore dissonanza dal modo di essere dell'altro. A volte è proprio da queste cose (tanto insite nell'imperfezione umana!) che scoppia poi l'intolleranza, la rottura, fino al rifiuto totale dell'altro. È dunque attualissima e curativa questa strategia che Gesù consegna al nostro vivere oggi, in una società tanto segnata dalla conflittualità. È infatti nel perdono quotidiano, di ogni momento che l'individuo diventa persona, guarendo, lei per prima, dalle sue immaturità e durezze. Ed è in un clima di perdono che le famiglie e le comunità guariscono da profondi disagi, tristezze, incomunicabilità, facendo fiorire atteggiamenti di comunione, di pace e di gioia.

Oggi, nel mio ritorno al cuore, invocherò con fiducia lo Spirito perché mi dia l'energia necessaria per assumere l'"abito" interiore ed esteriore, del perdono facile, convinto e perseverante.

Gesù che, nella preghiera per eccellenza, ci hai insegnato a ricordare che il Padre ci perdona perché noi perdoniamo, dammi la grazia di vivere in atteggiamento di riconciliazione con tutti.

La voce di un Padre della Chiesa

Ciò che la bontà di Dio ci ha dato, noi lo ricambieremo a coloro che ci hanno offeso. Siano dunque le ingiustizie gettate nell'oblio, gli sbagli non conoscano ormai punizione, e tutte le offese siano liberate del timore della vendetta! Così quando noi diremo, secondo l'insegnamento del Signore: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12), nel formulare la nostra preghiera, non dubiteremo d'ottenere il perdono di Dio.
S. Leone Magno

 

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