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TESTO Commento su Luca 16,9-15

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Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (06/11/2004)

Vangelo: Lc 16,9-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro; oppure si affezionerà a uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e mammona.

Come vivere questa Parola?

Questa drastica affermazione di Gesù è posta dopo la parabola del fattore infedele. In essa è ben evidenziato che la ricchezza (spesso segnata da tracce di disonestà nell'uso che se ne è fatto) deve essere utilizzata in modo da poter aiutare tutti, specie i più bisognosi. Subito dopo l'accento è messo sulla necessità che questo gestire denaro roba tutti i beni di questa vita, avvenga dentro il nostro quotidiano, nelle piccole cose come nelle grandi, nelle scelte coerenti a cui siamo chiamati ogni giorno. Tutto questo illumina la parola conclusiva di oggi: l'inderogabile decisione a prendere posizione, a scegliere. Non posso servire Dio e mammona (il cui termine significava originariamente un idolo). Scegliere di servire la ricchezza, ossia di scambiarla con il bene supremo è appunto idolatria. Ne divento schiavo e sono poi trascinato su percorsi di morte. Mentre servire Dio, come diceva una santa regina, è veramente "regnare". Sì, regno, cioè domino, indirizzando al bene, tutto quello che è in me, e regno anche su quanto mi sta attorno: persone e cose con cui entro in relazione secondo il piano di Dio e a sua gloria, non per i meschini interessi di un ego sfruttatore e schiavizzante la mia stessa persona.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascio risuonare nel mio cuore questa affermazione inequivocabile del Signore. Pongo pure attenzione a ciò che Gesù dice a quanti, essendo attaccati al denaro, si beffavano di quanto Lui diceva. A differenza di loro, anche circa il rapporto con la ricchezza io voglio consentire a quel che dice Gesù: "Non basta sentirsi giusti davanti agli uomini perché Dio guarda il cuore". È lì che mi conosce nella mia verità: di bene o di male, di idolatria o di servizio d'amore pure nel buon uso dei beni di questo mondo.

Signore, tu mi scruti e mi conosci! Liberami dall'idolatria dell'attaccamento a qualsiasi ricchezza, e concedi al mio cuore di voler servire te solo, niente altro che te e i tuoi progetti di amore.

La voce di un Padre della Chiesa

Che la cupidigia sia la radice di tutti i mali, lo ha annunciato lo Spirito del Signore per bocca dell'Apostolo (1Tm 6,10). E non crediamo che essa consista solo nella brama dei beni altrui, perché anche quello che sembra nostro è altrui: nulla è nostro, perché tutto è di Dio; anche noi stessi.
Tertulliano

 

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