TESTO Commento su Luca 14,25-33
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Mercoledì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (03/11/2004)
Vangelo: Lc 14,25-33
Dalla Parola del giorno
Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo
Come vivere questa Parola?
È una parola durissima. Non va ammorbidita. Va però illuminata nel contesto di tutto l'annuncio che Gesù è venuto a portare. Se egli ha detto che la sintesi di tutta la legge è l'Amore: l'amore per Dio ma anche l'amore per ogni prossimo senza che alcuno possa venirne escluso, chiaramente "odiare" qui deve avere un senso particolare. Quale?
Faccio un esempio. Su questa santa montagna salgono ogni prima domenica del mese le così dette "coppie nuove". "Nuove" nel senso che per la maggior parte sono sposate da non molto tempo, ma soprattutto perché vogliono camminare nella NOVITA' di Cristo, "luce" al loro vissuto. Ebbene, ci è capitato di sentirci dire: "Abbiamo pregato i genitori di farsi carico dei bambini e ci siamo sentiti rispondere: "Se ce li lasciate per andare a ricrearvi lo facciamo volentieri, ma per vedervi andare a un "ritiro", no davvero!". In queste parole si rivela una mentalità del tutto estranea a Cristo, alle esigenze della sequela. Bisogna "odiare" questo tipo di mentalità. Si possono, anzi si devono rispettare e amare i genitori e gli altri familiari ma bisogna assolutamente "romperla" sul piano della mentalità. Anche nel campo degli affetti, là dove l'amore a un familiare (fosse pure il marito, la moglie, i figli) diventa possessivo e ansioso, s'impone la rinuncia. Che non è – si badi bene! – "strangolamento" di sentimenti in sé tanto legittimi, ma purificazione del cuore, dentro la forza dell'Amore per Cristo, anteposto a tutto. Se fissiamo lo sguardo su di lui, sulla sua persona infinitamente amante, allora la rinuncia diventa perfino necessaria e non "stritola", non fa male. Anzi è liberante.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo di guardare nel mio cuore con lucidità e coraggio. Ci sono "legami" che lo "imbrattano"? O comunque lo tengono "affossato" dentro esigenze e mentalità terra-terra, dove lo splendore di Cristo e del suo vangelo si annebbia?
Signore Gesù, dammi di essere sempre in contatto con te, al centro del mio cuore e della mia vita. Il resto verrà di conseguenza.
La voce di un padre della Chiesa
Il Dio della pace, colui che ingiunge di amare anche i propri nemici, non ci invita certo all'odio ed alla separazione dalle persone a noi piú care. Egli raccomanda di guardarsi da quel falso rispetto nei confronti dei propri cari allorché questi si mostrino d'impedimento alla salvezza.
Clemente di Alessandria