TESTO Commento su Fil 2,5-7
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Martedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (07/10/2006)
Brano biblico: Fil 2,5-7
Dalla Parola del giorno
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.
Come vivere questa Parola?
Conoscere, contemplare Gesù nella sua vicenda storica e nella profondità del suo messaggio può suscitare ammirazione. È quanto avviene anche presso molti non credenti o seguaci di altre religioni che ne riconoscono l'indiscussa grandezza. Per il cristiano, poi, la consapevolezza che tutto ciò è stato un gesto di profondissimo amore da cui è sgorgata la nostra salvezza, è anche fonte di riconoscenza. Ma Paolo ci invita ad andare oltre. Non si può restare solo spettatori di un evento che mi riguarda personalmente, perché "è per me" che Cristo si è incarnato, inabissandosi nella mia stessa miseria fino a morire e della morte più ignominiosa: quella del condannato alla croce. La morte dello schiavo, agli occhi dei pagani, la morte del "maledetto da Dio" secondo gli ebrei. Un abbassamento impensabile, direi quasi ripugnante. Eppure, proprio qui è la misura dell'amore di Dio per me! All'amore non si può rispondere che con l'amore e con la stessa misura traboccante adottata nei nostri riguardi. Ed ecco l'invito ad assumere gli stessi sentimenti di Gesù. Il suo non conservare gelosamente per sé una dignità che oggi, proprio per questo generoso espropriarsi, mi è partecipata, così che posso chiamare Dio "mio Padre". Il suo immergersi nella mia situazione mortale, segnata dal peccato, perché io ne riemergessi completamente rinnovato. È questo "perdersi", questo "donarsi senza calcolo", questo "farsi servo" di chi ci vive accanto, quanto Paolo ci addita come modello da imitare. E tutto questo perché si è fatto spazio in noi ai sentimenti di misericordia, di amore, di perdono... che furono in Cristo Gesù.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, fermerò la mia attenzione sul volontario abbassamento di Gesù. Me ne lascerò interpellare, confrontandolo con le situazioni concrete in cui sono chiamato quotidianamente a vivere l'amore.
Immergimi, Signore, nel tuo cuore, perché impari a vibrare dei tuoi stessi sentimenti e a farmi "servo" di chi poni sul mio cammino.
La voce di un innamorato di Cristo
Il mio desiderio è quello di imitare Gesù. Il più grande atto d'amore, è assomigliargli e identificarmi con lui.
Charles de Foucauld