TESTO Commento su Ap 21,4-6
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Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti (Messa III) (02/11/2002)
Brano biblico: Ap 21,4-6
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Dalla Parola del giorno
Egli tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate". E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose. Io sono l'Alfa e l'Omèga, il Principio e la Fine".
Come vivere questa Parola?
In questa commemorazione dei defunti la liturgia non asseconda certo un'aria funebre e cimiteriale. C'invita a contemplare quella Vita oltre questa vita in cui sono già entrati i nostri cari. Sì, non sono più con noi visibilmente ma li sappiamo entrati in un'altra dimensione: quella vera e duratura, quella in cui la prova, il dolore, tutto quello che affatica e appesantisce questa esistenza terrena hanno lasciato definitivamente il posto a quello per cui siamo stati creati: l'amore nella gioia dell'unione a Colui che è il Principio e la Fine, la pienezza di tutto. Nei confronti dei nostri cari defunti ci conforta una parola di Gesù: "Questa è la volontà del Padre mio: che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato". Ecco, riposi il nostro cuore nella certezza che Gesù non lascia perdere nessuno; anzi è entrato nella morte per accompagnarci fin lì e oltre: nella VITA PIENA. E l'aiuto di suffragio che diamo ai defunti perché, purificati, possano essere inoltrati nella piena visione e gioia di Dio, ci faccia crescere in dedizione e carità.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, terrò presenti quanti mi hanno fatto del bene. Soccorrerò loro con riconoscenza e affetto, senza però dimenticare i tanti defunti che, in purgatorio, aspettano la mia preghiera, il mio offrire: obolo vivo che libera loro e fa crescere me in ciò che più conta: la carità.
La voce di un Padre della Chiesa
Non devono essere pianti una volta che sono stati liberati da questa vita, poiché sappiamo che non sono persi, ma mandati avanti per precederci, come coloro che partono o che navigano; si devono desiderare, ma non devono essere pianti come dispersi e perduti coloro che affermiamo vivere vicino a Dio.
Cipriano