TESTO Commento su Luca 13,10-17
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Lunedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/10/2002)
Vangelo: Lc 13,10-17
Dalla Parola del giorno
La donna [...] era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Come vivere questa Parola?
Gesù non dice: sei guarita, ma sei libera. È più forte e più espressivo di quello che il Signore vuol dirmi con questa pagina di vangelo. Si trattava infatti di liberare questa donna da un'infermità che da diciotto anni l'affliggeva. E il capo della sinagoga, aggrappato a una concezione legalistica della fede, è addirittura "sdegnato" perché ciò avviene in giorno di "sabato". Gesù però è lì a far risplendere il senso vero del "sabato" che è dare gloria a Dio ma anzitutto dilatando il cuore agli imperativi della carità. Le prescrizioni della Legge (quella che riguardava il sabato e altre, oggi) hanno la loro importanza, ma le persone sono più importanti di esse. Certo, questo non significa che per ogni stravaganza possiamo sentirci autorizzati a disattendere le norme. Esse vanno osservate, purché sia osservato il primato della carità che è cammino di liberazione delle persone, mai soffocamento, né di negligenza, circa le loro vitali esigenze.
Oggi, chiederò allo Spirito Santo di saper ben discernere, lungo i miei giorni, quanto ho bisogno di lasciarmi LIBERARE da tutto l'egoismo che mi paralizza per farmi, come dice S.Paolo quest'oggi, "imitatore di Dio" e "camminare nella carità". Che io diventi in te, una persona libera, Signore, e perciò capace per mezzo tuo di "proclamare ai prigionieri la liberazione".
La voce del Priore di Taizé
Noi possiamo compiere delle imprese ammirevoli, ma le sole che conteranno sono quelle che promanano dalla carità di Cristo in noi. Al tramonto della nostra vita noi saremo giudicati sull'amore, sulla carità che avremo lasciato crescere e fiorire in misericordia per ogni uomo.
Roger Schutz