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TESTO Commento su Ef 6,9

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Mercoledì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (27/10/2004)

Brano biblico: Ef 6,9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

22Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Dalla Parola del giorno

Per loro come per voi c'è un solo Signore nel cielo e presso di lui non v'è preferenza di persone.

Come vivere questa Parola?

Nella lettura odierna, Paolo presenta la diversità di ruoli che si riscontra nel vivere sociale, senza apparente contestazione. Pone però un dato di fatto fondamentale e rivoluzionario: "Presso l'unico Signore non c'è preferenza di persone". È come dire: davanti a Dio siamo tutti uguali. Per lui non contano titoli nobiliari, lauree, disponibilità economiche, posizioni raggiunte, capacità particolari... In ogni uomo Dio vede soltanto un figlio, di cui "scruta", con infinita tenerezza, il cuore. Non a caso la Chiesa propone alla nostra venerazione sia santi come la regina Margherita di Scozia o il grande dottore Agostino sia umilissime persone come Sr.Eusebia Palomino che da bambina faceva la mendicante. Ed è proprio in questo dato basilare la forza esplosiva del cristianesimo. La diversità di ruoli non è negata, ma assunta in un contesto più ampio, in cui ognuno svolge il suo compito per il raggiungimento di una meta comune che è il Regno di Dio. Sulla base di questa uguaglianza, i rapporti reciproci non potranno che essere improntati a calda fraternità e profondo rispetto. È la via regale del vangelo che indica nella carità lo stile di vita del cristiano. Una via molto proclamata verbalmente, ma non molto battuta all'atto pratico.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rivedrò il mio modo di rapportarmi con gli altri. Se ho compiti di responsabilità, li assumo come servizio o come esercizio di potere? Se sono subalterno svolgo il mio ruolo con senso di responsabilità o con strisciante servilismo?

Signore Gesù, rendimi rispettoso del mistero di grazia che si cela in ogni uomo, qualunque sia il suo ruolo e il suo rango sociale. Che io scorga nel ricco e nel povero, nel dotto e nell'ignorante, unicamente un fratello da amare.

La voce del "Mahatma Gandhi"

I veri nobili sanno che tutti gli uomini sono uguali, e lietamente ricambiano col bene il male ricevuto.

 

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