TESTO Commento su Luca 12,39-48
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Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/10/2000)
Vangelo: Lc 12,39-48
Dalla Parola del giorno
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?"
Come vivere questa Parola?
Dopo aver ascoltato la parabola sulla necessità di essere sempre pronti e vigilanti, Pietro pone una domanda che rivela un po' di presunzione. Come se, nella sequela di Cristo ci fossero posizioni di privilegio e tranquillità assicurata per alcuni, mentre per altri il dover sempre stare sull'attenti perché viene il Giudice a condannare. In realtà la parabola con l'invito alla vigilanza è davvero per tutti e non è spauracchio ma promessa di gioia. Certo, chi ha più autorità è più degli altri a servizio del progetto di Dio che assicura già in questa vita la pace, purché a farne le spese sia l'egoismo.
Il "festino dell'egoismo" è quello descritto nella parabola in cui il servitore-capo, poiché il padrone tarda, usa violenza, e spadroneggia sui conservi.
Opposto è il banchetto della carità, dove ognuno pensa a spezzare all'altro il pane dell'amore, operando così ciò che Dio vuole e ciò che esigono il cuore di ognuno e la convivenza umana.
Oggi ringrazio il Signore per i suoi doni e gli chiedo di vivere i miei giorni "nell'attesa della sua venuta" impegnandomi di più nel "servizio" che mi è chiesto e in piccoli gesti di amore feriale.
La voce di un monaco della Chiesa Orientale
Solo chi attende il Signore è capace di apprezzare il momento presente e di conoscerne il significato e la ricchezza. Perché sa collocarlo nella prospettiva giusta, collegandolo alla venuta del Signore.