TESTO Grande è la casa di Dio
Domenica della Dedicazione del Duomo di Milano, Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani (Anno B) (15/10/2006)
Vangelo: Gv 10,22-30
22Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. 23Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. 24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». 25Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. 26Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. 27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».
Bar 3,24-38 - 2Tm 2,19-22 - Gv 10,22-30
L'anniversario della consacrazione del Duomo di Milano, diventa occasione per capire cosa è la Chiesa "dalle pietre vive" che siamo noi battezzati e il legame profondo che ci unisce a Cristo col fare unità attorno al vescovo.
Dai testi delle letture e delle orazioni possiamo trarre una completa catechesi sul mistero della Chiesa, "città posta sulla cima dei monti, splendida agli occhi di tutti, dove per sempre vive il suo Fondatore" (Prefazio).
1) DOVE VIVE IL SUO FONDATORE
All'origine di tutto sta una scelta sorprendente di Dio, quella di autocomunicarsi all'uomo, di fare dono della sua Sapienza "a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. Per questo è apparso sulla terra e ha vissuto fra gli uomini" (I lett.). Il luogo fisico della attuale presenza di Dio tra gli uomini è la persona umana di Gesù, il tempio definitivo nel quale l'uomo può incontrare il Dio vero. Chiedono i Giudei: "Se tu sei il Cristo - l'inviato di Dio -, dillo a noi apertamente. Gesù rispose loro: Ve l'ho detto, e le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza. Io e il Padre siamo una cosa sola".
Cristo ha voluto poi dilatarsi nel tempo fondando la Chiesa come suo Corpo che si prolunga fino a noi. Agli Apostoli disse: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 19-20). Dalla croce di Cristo e dal dono dello Spirito santo è nata la Chiesa "madre di tutti i viventi, sempre più gloriosa di figli generati ogni giorno a te, o Padre - come prega il Prefazio - per virtù dello Spirito santo. Essa è la vite feconda che in tutta la terra prolunga i suoi tralci e, appoggiata all'albero della croce, si innalza al tuo regno".
Nel Credo noi proclamiamo la Chiesa "apostolica". Essa è simile ad un fiume fecondo che attraversa la storia, e giunge fino a noi con continuità attraverso il deposito del "SACRO" (la Parola di Dio, i Sacramenti, il carisma apostolico) perché ogni uomo assetato di verità e di Dio possa avere a disposizione tutto quanto Dio vuol far giungere intatto ed efficace per la salvezza degli uomini. In particolare la Chiesa si incarna in un luogo, attorno e dal Vescovo, come Chiesa particolare, formando con le altre la Chiesa universale. E' questa Chiesa Diocesana e parrocchiale l'unico luogo legittimo di continuità apostolica, nel quale ci congiungiamo a Cristo e abbiamo la salvezza. Questo è l'insegnamento rigoroso del Concilio Vaticano II.
2) L'HA ELEVATA ALLA DIGNITA' DI SPOSA
Penetriamo ulteriormente nel mistero della Chiesa. Dice il prefazio: "Il Signore ha reso partecipe la sua Chiesa della sovranità sul mondo e l'ha elevata alla dignità di sposa e regina". Sposa significa che diviene partecipe di una intimità particolare nei confronti di Cristo. Scrive un autore medievale: "L'Onnipotente avendo preso in sposa una debole e l'Eccelso una di bassa condizione, da schiava ne ha fatto una regina e colei che gli stava sotto i piedi la pose al suo fianco. Uscì infatti dal suo costato, donde la fidanzò a sé". Cristo ha fatto della umanità che di Lui si fida la sua Sposa, quasi nuova creazione, nuova Eva, uscita dal fianco del secondo Adamo nel momento della redenzione. L'amore è condivisione di tutto e comunione di cuore e di vita: così avviene d'ogni sposalizio ben riuscito; così avviene in questo stupendo sposalizio tra Cristo e l'uomo credente. Da questa intimità sponsale con Cristo derivano la nostra sicurezza e gioia. L'esprimono bene oggi le parole di Gesù: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.
Prosegue Gesù: "Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio". Il testo medievale aggiunge: "Come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, così lo Sposo ha dato tutte le cose sue alla Sposa, e lo Sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre. Voglio, dice il Figlio al Padre pregando per la Sposa, che come io e tu siamo una cosa sola, così anch'essi siano una cosa sola con noi. Lo Sposo pertanto è una cosa sola con il Padre e uno con la sposa". Troppo profondo è il legame che ci unisce al Padre tramite Cristo, da avere qualcosa da temere per la vita..! "Il fondamento gettato da Dio sta saldo - ci conferma san Paolo - e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi".
L'intimità con Dio produce profonde trasformazioni nell'uomo. Cristo elimina il peccato, assume la natura umana e la rende partecipe della natura divina. "Quello che ha trovato di estraneo nella Sposa l'ha tolto via, configgendolo alla croce, dove ha portato i peccati di lei. Quanto appartiene per natura alla Sposa ed è sua dotazione, lo ha assunto e se ne è rivestito. Invece ciò che gli appartiene in proprio ed è divino l'ha regalato alla Sposa. Egli annullò ciò che era del diavolo, assunse ciò che era dell'uomo, donò ciò che era di Dio" (Beato Isacco della Stella). Si tratta ora di rimanergli fedele:"Chi si manterrà puro, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona". Potremo così servire il Signore con cuore puro e il suo regno con utilità e frutto.
Viviamo tempi di tentazioni pericolose nei confronti della Chiesa; il soggettivismo, triste marchio della nostra cultura, è entrato persino nella esperienza religiosa. Si ricercano forme di salvezza che non fanno riferimento ai dati storici e oggettivi del Dio che si è incarnato in Cristo. Si dà credito a forme di religiosità emotiva, irrazionale, fino a cadere nella magia e nella superstizione, che umiliano la dignità dell'uomo. All'interno della Chiesa poi si vanno diffondendo forme di spiritualità slegate dagli elementi costitutivi della fede: la Parola di Dio, i Sacramenti e l'autorità apostolica. Si creano chiesuole alternative basate su rivelazioni private o su presunti profeti dai poteri carismatici, su clubs dove si vive una fede devozionale al limite dell'eresia o dello scisma.
Rinnoviamo la nostra adesione alla Chiesa apostolica, al Vescovo, al suo magistero e all'Eucaristia celebrata in suo nome. Un martire della Chiesa primitiva, sant'Ignazio d'Antiochia, così raccomandava ai suoi fedeli: "Come il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, così nulla fate senza il vescovo e i presbiteri. Sia ritenuta valida l'Eucaristia che si fa dal vescovo e da chi è da lui delegato. Siate uniti al vescovo come le corde alla cetra".