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TESTO Commento su Luca 11,1-4

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Mercoledì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/10/2002)

Vangelo: Lc 11,1-4 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli.

Come vivere questa Parola?

E' molto bello e pieno di significato quello che accade nel Vangelo di oggi. Gesù è in un luogo: come per ogni creatura umana, la Sua Presenza, con l'Incarnazione, ha accolto la limitazione spaziale; Gesù è in un luogo preciso. Poi si dice pure "quando ebbe finito": Egli, Verbo eterno del Padre, si è consegnato anche alla finitezza temporale; vive una serie successiva di tempi che hanno un inizio e una fine.

Gesù dunque, limitatamente a un preciso luogo e a un dato tempo, prega. Ed ecco subito l'effetto di questo pregare: al termine di esso, quando tutto pare concluso, consegnato al passato, uno dei discepoli Gli chiede "Signore, insegnaci a pregare". Il pregare di Gesù produce come conseguenza che nasca attorno a Lui, nei Suoi discepoli, il desiderio che quella preghiera superi i limiti spazio-temporali in cui ogni azione umana è inesorabilmente confinata, e si dilati a dismisura in altri spazi e altri tempi, si faccia preghiera continua, eterna, diventi a immagine di Colui a cui è rivolta, divina. Non più azione umana, dunque, ma divina. Non a caso, da sempre, la Tradizione della Chiesa parla della liturgia delle ore come di un' "opera di Dio", "opus Dei", prolungamento della preghiera del Figlio al Padre. Ogni preghiera, quando è autentica, dovrebbe introdurre l'uomo, ogni uomo, in questa atmosfera sovraumana, spirituale. Ogni pregare dovrebbe indurre nel mondo intero il desiderio della preghiera.

Oggi ripeterò con tanta fede, lentamente e in silenzio, il Padre Nostro, che il Signore mi consegna: apprenderò da Lui, il mio Maestro, la preghiera efficace, quella cioè che silenziosamente, nel nascondimento quotidiano, converte ogni uomo a Dio.

La voce di un padre della Chiesa Russa

Dio non ha bisogno delle nostre preghiere! E' per noi che la preghiera è indispensabile, perché ci separa e ci consacra al Signore.
Ignatij Brjanč aminov

 

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