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TESTO Commento su Is 5,1-2

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XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/10/2006)

Brano biblico: Is 5,1-2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Dalla Parola del giorno

Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica.

Come vivere questa Parola?

Il profeta Isaia esprime, col tono commosso e colorito della poesia, il tema fondante del nostro credere: l'AMORE che Dio ha per ciascuno di noi. È lui, il profeta, che canta per il "DILETTO": il Signore della vigna. E la vigna è, nell'immediata significazione, Israele; ma secondo la più ampia e profonda lettura dei Padri, la vigna è oggi la Chiesa, la vigna sono io, sei tu che mi leggi. È una storia d'amore disatteso e tradito. Tante cure da parte del Diletto per la sua vigna-sposa! Sperava che fruttificasse. Invece no: ha dato selvaticume soltanto. Gesù, nel vangelo odierno, riprende questo tema della vigna e lo arricchisce con la presenza drammatica dei vignaioli che, per appropriarsi di tutto, maltrattano e uccidono quanti sono mandati da Dio: i profeti. Alla fine danno la morte anche al Figlio Unico e amatissimo. Eppure quel Figlio è "la pietra scartata dai costruttori e divenuta testata d'angolo. Dal Signore è stato fatto questo" dice Gesù citando un salmo. E chi si appoggia e costruisce su di Lui è salvo.

Oggi, questo contemplerò chiedendo allo Spirito di rivelarmi quanta intensità d'amore è dentro questa poetica e poi drammatica storia della vigna. Sì, canterò anch'io a te, o mio Diletto! Canterò questo mio destarmi a consapevolezza di tutto l'amore che hai posto su di me. E a te mi appoggerò o mia solidità, mia forza, mia pietra angolare, per vivere "fruttificando amore".

La voce di un mistico laico del XIV secolo

Dio si presenta e dichiara il suo amore. Rifiutato, attende alla porta... Per tutto il bene che ci ha fatto non domanda che il nostro amore; in cambio ci libera da ogni debito
Nicola Cabasilas

 

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