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TESTO Commento su Gal 3,13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (08/10/2004)

Brano biblico: Gal 3,13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi.

Come vivere questa Parola?

Con questa frase di una crudezza sconcertante, Paolo ci mette dinanzi alla tremenda realtà della croce di Cristo. Una solidarietà spinta fino all'impensabile: "stoltezza per i pagani", "scandalo per i giudei". Sì, dinanzi allo sfacelo provocato dal peccato, Gesù non ha preso le distanze in atteggiamento di giudice, né si è limitato a far scendere dall'alto il proprio perdono. Vi si è immerso fino a sentir pesare su di lui quella "maledizione" che opprimeva l'uomo. Ed ha aggredito il male là, alle radici, opponendo alla forza distruttrice del non-amore la potenza vittoriosa dell'Amore. Altre croci, nel segno della maledizione, continuano a elevarsi nella storia, anche quella recentissima dei nostri giorni. Assurdità di un male che semina orrore e morte. Si può scegliere di stare dinanzi ad esse quali muti spettatori, oppure unirsi al coro di chi impreca o giudica e condanna. Ma la croce resterà "maledizione". La via che Gesù ci indica è un'altra: è quella del coinvolgimento, della solidarietà di chi si sente parte in causa, di chi assume responsabilmente il compito di dare il proprio contributo per costruire una società migliore, basata sull'amore e non sulla paura. Sì, anche oggi, la "maledizione" può tramutarsi in sorgente di "benedizione" là dove c'è il coraggio di portarla nel segno dell'amore. Non è un'utopia. Pensiamo a Massimiliano Kolbe: il suo gesto d'amore ha trasformato il bunker della fame nell'anticamera del paradiso e ha finito con lo sconvolgere i suoi stessi aguzzini. Pensiamo ad altre luci che si sono accese nell'inferno scatenato ai nostri giorni nell'Irak. No, l'ultima parola, quella che sola può instaurare la Pace, non sarà quella della violenza demolitrice che sgorga da sorgenti inquinate dall'odio e dal non-amore, ma quella dell'amore gratuito, del perdono autentico donato senza attendere nulla in cambio.

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò in silenzio adorante dinanzi alla croce di Cristo. Lascerò che essa mi parli e getti fasci di luce sul mio peccato innanzitutto e poi sugli orrori di questa storia di cui anch'io sono responsabile.

Donami, Signore, di vincere il male con il bene, l'odio con l'amore, l'offesa col perdono, perché là dove si leva una croce io possa accendere una luce.

La voce dell'apostolo della "non-violenza"

Generazioni sorgeranno e cadranno; gli uomini continueranno ad adorare il Dio della vendetta e a prostrarsi dinanzi all'altare del taglione; ma sempre e poi sempre questa nobile lezione del Calvario sarà un assillante ammonimento che solo la bontà può eliminare il male e solo l'amore può sconfiggere l'odio.
Martin Luther King

 

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