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TESTO Commento su Matteo 11,25-30

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (04/10/2004)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Dalla Parola del giorno

Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.

Come vivere questa Parola?

Scomodi dirimpettai dei sapienti e degli intelligenti, ai quali Gesù rimprovera orgoglio e arroganza boriosa, sono i piccoli del Vangelo, gli umili. Costoro, come dicono gli autori spirituali, vivono fiduciosi all'ombra della fede, agendo come se tutto dipendesse da loro e, al contempo, aspettando tutto da Dio come se ogni cosa dipendesse da Lui.

E proprio per questo loro atteggiamento risultano particolarmente scomodi. Ciò che imbarazza e scandalizza di più è l'agile gioia con cui prendono il giogo della croce percependone un'infinita dolcezza, senza svilirsi nell'autolesionismo. Anzi: in questo andare controcor-rente c'è una tale lievità spirituale che, ai loro occhi, rende dolce e soave il carico della vita, anche quando c'è da soffrire e faticare. E' la lievità di una fede matura, equilibrata, che non sfugge al buonsenso. Anzi, coniuga con disinvoltura audacia e prudenza, senza scadere nell'avventatezza.

Il segreto di quest'intima imperturbabilità sta tutto in quel "venite a me e imparate da me", di cui oggi parla Gesù. Andare a Lui, innanzi tutto, perché il punto di forza di una fede così grande non sta in un volontarismo inossidabile, ma nella comunione con Dio, nell'amore di Lui che ci rende forti e risoluti. E poi: imparare da Gesù, perché un stile di vita, un modo di essere, non s'improvvisa né si acquisisce unicamente mettendo a frutto i doni dell'intelligenza. Ci vuole bene altro. Ossia, il contattare assiduamente la Sua Parola, scavarvi a fondo e lasciarsi scavare dentro, pregarla fino a che non sia la Parola, e solo la Parola, il parametro dell'essere e dell'agire.

Oggi nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore di indicarmi la piccola via della semplicità evangelica, consapevole d'inoltrarmi su percorsi di radicalità, ben lontani dai passi dei sempliciotti e buontemponi, inclini alla superficialità.

Fa' che anch'io, Signore, sia tra quei piccoli per quali Gesù ti benedice: i figli della luce, che vivono all'ombra delle beatitudini, pendendo dalle tue labbra con serena fiducia.

La voce di un mistico medievale

Difendiamoci dalla sapienza di questo mondo. Lo spirito della carne, infatti, vuole e si preoccupa solo di possedere parole, ma poco di attuarle.
San Francesco d'Assisi

 

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