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TESTO Commento su Luca 8,16-18

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Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (27/09/2004)

Vangelo: Lc 8,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Sorse una discussione tra i discepoli: chi di loro fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo i pensieri del loro cuore, prese un fanciullo se lo mise accanto e disse: «[...] Chi è il più piccolo tra tutti voi questi è grande».

Come vivere questa Parola?

Anche qui Gesù ribalta totalmente uno dei criteri più consoni alla mentalità comune. Per il vivere mondano, chi è grande? Chi è potente in ricchezze e denaro, chi la sa così lunga, da soggiogare gli altri, esercitare il potere e farsi valere. Grandezza è sinonimo di tutte queste cose e di altre dello stesso genere. Bisogna poi notare che, ai tempi di Gesù, il bambino (come la donna) non contava giuridicamente nulla. Così si coglie più al vivo quanto sia forte il rovesciamento che Gesù fa di quei criteri che sostanzialmente non sono radicati nell'"essere" ma nell'"affermarsi" attraverso ciò che deriva dalla "carne" e ad essa è legato. (Intendiamo sempre "carne" in senso paolino, ossia brame istintive del vivere in superficie). Quando dunque Gesù afferma che è il più piccolo agli occhi della gente a essere, in realtà il più grande, non lo fa per esprimersi con una metafora di forte coloritura sentimentale o poetica. Prende accanto a sé un bambino per ben più profonde ragioni.

Gesù sceglie questo germoglio della vita umana perché gli sta a cuore affermare che la vera grandezza sta nella semplicità. Attenzione! La semplicità non equivale a semplicismo, a disprezzo dei valori dell'intelligenza, della cultura, della sagacia o d'altro. Semplicità non è l'opposto di ciò che è complesso, ma è anzi spesso come è stato detto, "complessità risolta", ciò che tende all'unità e all'armonia. Così come è "uno" e pieno d'armonia il "bimbo svezzato in braccio a sua madre" (cf Sl 130), che nelle braccia di lei si abbandona con grande fiducia, senz'artifici e senza timori di sorta. Ecco: questo essere senza labirintico "nodo" d'intenzioni e brame egoiche è proprio del bambino. In fondo il bambino del Regno di Dio è la persona a cui sta a cuore l'amore e si fida di quell'Amore che gli viene da Dio. Questa è la sua grandezza!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò allo Spirito Santo di diventare, per grazia, ciò che il bambino è per condizione di età.

Signore, ti prego, dammi un cuore che ogni giorno diventi sempre più semplice e puro come lo sguardo di un bimbo in braccio a sua madre.

La voce di una santa "dottore" della Chiesa

Quando leggo certi trattati spirituali nei quali la perfezione viene rappresentata attraverso tante intricate difficoltà, il mio spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro dei sapienti che manda in pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e prendo in mano la Sacra Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso, una sola parola dischiude alla mia anima orizzonti infiniti e la perfezione mi sembra facile: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon Dio
S. Teresa di Gesù Bambino

 

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