TESTO Commento su 1Cor 6,7
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Martedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (07/09/2004)
Brano biblico: 1cor 6,7
Dalla Parola del giorno
È già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli.
Come vivere questa Parola?
La lite è il cancro della vita umana e cristiana. E la litigiosità, quell'essere facile a entrare in discussioni spiacevoli per questo e per quello, ad avere di che ridire su tutto, a crearsi antipatie prendendo di petto certe persone invece di cercare di prenderle per il loro verso, sì, tutto questo è la "filossera" dell'esistenza. Diciamo di più: è un seme di violenza che a mo' di esplosivo, a un certo momento distrugge anzitutto chi lo celava in sé. Perché la lite, prima di essere "sconfitta" delle nostre relazioni è "tenebra" dentro la nostra mente e il nostro cuore. "Infatti – dice S..Paolo – perché non subire piuttosto l'ingiustizia, perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? È evidente: non si tratta di avallare soprusi e ingiustizie per fiacchezza e acquiescienza a ciò che avviene. Si tratta, al contrario, di coltivare la propria mente perché possano albergarvi solo pensieri di pace, di perdono, di riconciliazione. Il beato Giovanni XXIII aveva ben verbalizzato questo atteggiamento: "Lasciar cadere ciò che divide e accogliere (anzitutto nella mente e nel cuore) tutto ciò che unisce" È chiaro: le liti sono provocate da un robusto spirito di possesso, mentre la pace fiorisce dallo spirito di distacco. Solo chi tende a diventare libero da ogni bramosia di possesso, non avrà da sperimentare quella "sconfitta" che è la lite. Per i soldi, la roba, i diritti su questo e su quello, per la propria dignità offesa o altro, quanti tristi pensieri e sentimenti ci ingombrano mente e cuore, rendendo inutilmente faticosa l'esistenza! Gandhi diceva: "I pensieri che ci allontanano da Dio o che non ci conducono a Lui, sono un ostacolo al nostro cammino, alla nostra crescita spirituale". E cosa più ci allontana da Lui, di quello che abbiamo detto?
Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo luce di verità su di me per vedere quegli aspetti di "sconfitta" del mio "sé" profondo a causa della litigiosità del mio ego. Guarderò bene in faccia l'aspetto "armato" dei miei pensieri e sentimenti che, poi, da un momento all'altro provocano liti.
Gesù, mia libertà e mio Liberatore, insegnami la terapia dei pensieri non conformi alla tua mitezza. E insegnami l'umiltà e il distacco perché in me abbia spazio solo ciò che mi fa agire mossa da perdono, da benevolenza, da amore.
La voce di un Padre della Chiesa
Non è davvero una nobile impresa reclamare la pace a parole e distruggerla a fatti. Si dice di tendere a una cosa e se ne ottiene l'effetto contrario! A parole si dice: andiamo d'accordo! E di fatto, poi, si esige la sottomissione dell'altro. La pace la voglio anch'io; e non solo la desidero, ma la imploro! Ma intendo la pace di Cristo, la pace autentica, una pace senza residui di ostilità, una pace che non covi in sé la guerra; non la pace che soggioga gli avversari, ma quella che ci unisce in amicizia!
S. Girolamo