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TESTO Commento su Marco 9,38-43.45.47-48

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XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/10/2006)

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Ottobre è il mese missionario e la liturgia di oggi ci dà un'apertura mondiale, aiutandoci a vivere questo tempo ricordandoci che non possiamo sequestrare Dio, egli è per tutti e non solo per noi stessi!

Nella prima lettura troviamo Giosuè che è geloso perché qualcuno, al di fuori della sua casta sacerdotale, profetizza e chiede a Mosè di impedirglielo. La risposta di Mosè è molto bella "fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare a loro il suo spirito!". E come non dargli ragione, il nostro mondo sarebbe diverso da quello che è se tutti noi fossimo aperti all'amore dello spirito di Dio.

Nel vangelo di Marco troviamo la stessa scena, cambiano i personaggi, gli apostoli sostituiscono Giosuè e al posto di Mosè troviamo niente meno che Gesù e anche lui ribadisce il concetto di Mosè: il bene non ha confini, ma viene direttamente da Dio, qualsiasi persona che lo compia. Ma aggiunge qualcosa di importante, un avvertimento che vale per tutti noi: attenzione a non dare scandalo, a non deludere, far tremare, spegnere la fede in coloro che sono ancora incerti e titubanti (i piccoli nella fede). E' facile pensare ai nostri fidanzati, ai nostri figli, ai nostri cari che sono ancora in ricerca di Dio e non hanno raggiunto la maturità nella fede, la nostra responsabilità è quella di non deluderli, di non spegnere in loro la piccola fiammella, ma aiutarli a farla diventare un fuoco che riempie tutta la vita. Gesù ci i invita a sondare il nostro comportamento sociale (piede e mano) e personale (occhio) per evitare che, nell'orgoglio della propria serena sicurezza, divenga radice di male per i fratelli che stanno ancora cercando Dio.

L'apostolo Giacomo ci invita invece a riflettere sulla ricchezza. Quante volte abbiamo provato invidia nei confronti delle persone che dominano il mondo, che detengono il potere e le ricchezze: un invito a rileggere attentamente le parole che l'apostolo scrive circa duemila anni fa e calarle nella nostra realtà di oggi. Quali differenze? Quelle persone sono veramente da prendere come riferimento, oppure come cristiani abbiamo qualche cosa da dire?

Il percorso da fare è quello che troviamo nel Sal 18 e chiediamo anche noi al Signore di assolverci dalle colpe che non vediamo (e quante sono!) e dall'orgoglio per renderci puri di fronte a Lui.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:

• Che idea abbiamo noi della presenza di Dio nel mondo? Chi può presumere di sequestrare Dio e di possedere tutta la verità?

• Il Sal 18 chiede di aiutarci a scoprire le colpe che non vediamo. Siamo capaci di ammettere che a volte le nostre azioni, i nostri atteggiamenti nella coppia e nella famiglia, sono "fabbricate" e non frutto di discernimento e ricerca?

• Gesù parlando dei piccoli non intende solo i bambini in età anagrafica, ma i piccoli nella fede, che fanno fatica, che ci guardano per poter superare le loro difficoltà. Siamo capaci di cogliere il volto di questi "piccoli" in famiglia, nella coppia, nella comunità, nel mondo in cui viviamo, e come siamo capaci di aiutarli?

Commento a cura di Carlo ed Anna Beltramo di Torino

 

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