TESTO Commento Matteo 1,1-16.18-23 (forma breve: Matteo 1,18-23)
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
Natività della Beata Vergine Maria (08/09/2006)
Vangelo: Mt 1,1-16.18-23 (forma breve: Mt 1,18-23)
La visione dell'evangelista si allarga oltre i confini del popolo ebreo e si estende a tutti i popoli rappresentati dai magi. Erano dei sapienti, probabilmente dell'attuale Iraq, i quali seguirono una stella che avevano visto sorgere nel loro cielo. Formarono una piccola carovana, portando con sé oro, incenso e mirra da poter offrire. Giunti a Gerusalemme domandarono dove fosse il neonato re dei Giudei. Erode e gli abitanti di Gerusalemme si turbarono: l'uno temeva che qualcuno potesse insidiargli il trono, gli altri di essere disturbati nelle loro abitudini tranquille. Un bambino divenne una minaccia per i superbi abitanti della capitale e per il potente signore dell'Idumea, della Samaria e della Galilea. In un certo senso era vero. Bisognava andare a Betlemme per trovare l'alternativa all'orgoglio e all'amore per se stessi e per la propria tranquillità. Bisognava scendere dalla grande capitale e recarsi a Betlemme; anzi neppure al centro della cittadina, ma fuori le sue mura. Erode e i sacerdoti, pur sapendo non andarono. Erano schiavi del loro potere e delle loro sicurezze. I Magi, invece, che avevano seguito la stella con fedeltà anche se non capivano bene dove li avrebbe condotti, giunsero alla grotta dove trovarono il Bambino con sua madre. Era la risposta piena alla loro ricerca. I Magi accolsero con gioia quel Bambino come il Signore della loro vita. E fecero quindi ritorno alla loro terra "per un'altra via". Non intrapresero più la via di Erode, ossia la via della violenza e dell'autosufficienza, ma una nuova via, quella indicata dall'angelo: la via dell'amore e della pace.