TESTO Commento su Matteo 25,14-30
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (02/09/2006)
Vangelo: Mt 25,14-30
La parabola dei talenti inizia parlando di un uomo che prima della partenza convoca i tre dipendenti e consegna loro i suoi beni. La sua fiducia in loro e assoluta, tanto che ad ognuno affida una grossa somma in talenti. Il talento era una enorme somma: corrispondeva a circa 50 chili d'oro. Al primo affida in gestione cinque talenti, al secondo due e al terzo uno. Tra la partenza e il ritorno del padrone, i tre dipendenti debbono far fruttare quanto è stato consegnato loro. Il primo dipendente raddoppia; altrettanto fa il secondo. Il terzo, invece, fa una buca nel terreno e vi nasconde il talento ricevuto. Al ritorno del padrone, il primo e il secondo servo si presentano e ricevono la lode e la ricompensa. Il terzo riconsegna l'unico talento che aveva ricevuto. Quel talento, quei talenti, sono la vita, non quella astratta ma quella concreta, di tutti i giorni, fatta del rapporto tra noi e il mondo. Tutto ciò è consegnato alla responsabilità di ognuno perché lo faccia fruttare. E a ciascuno è dato secondo le sue capacità. Questo vuol dire che non c'è uguale misura di vita per tutti, ma anche che nessuno è incapace di far fruttare la vita.