TESTO Un vero Israelita in cui non c'e' falsita'
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S. Bartolomeo apostolo (24/08/2006)
Vangelo: Gv 1,45-51
45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Gesù proclamando le beatitudini aveva annoverato tra i beati i puri di cuore, motivando: perché vedranno Dio. Natanaele, l'apostolo che oggi festeggiamo, viene definito dal Signore un vero israelita in cui non c'è falsità. Dove non c'è falsità c'è purezza di cuore, la virtù che consentirà all'apostolo di incontrare il Signore e lo indice a fare la sua bella confessione di fede: "Rabbì, tu sei il figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". Ecco come Bartolomeo ha trovato il suo Dio e il suo re nella persona del Cristo. Gesù in premio della sua fede gli predice la risurrezione: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo». Ci viene così offerto uno splendido esempio di come incontrare il Signore e poi seguirlo in piena fedeltà. Occorre alimentare la fede, accettare la mediazione di chi può condurci verso Cristo (è Filippo ad indicare il Messia a Natanaele), lasciarsi guardare e riconoscere da lui. vedere in fine in Lui la risposta ultima a tutti i nostri interrogativi. Natanaele, che era un intellettuale onesto, un vero israelita, comprende la novità di Cristo e ne professa esplicitamente la superiorità, riconoscendolo figlio di Dio.