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TESTO L'importanza di ascoltare

don Bruno Maggioni

Trasfigurazione del Signore (Anno B) (06/08/2006)

Vangelo: Mc 9,2-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,2-10

2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

L'evangelista Marco racconta l'episodio della trasfigurazione (9,2-10) subito dopo si può dire, il primo annuncio della Croce (8,31). È interessante: la trasfigurazione è la rivelazione del significato profondo che la Croce nasconde. La nube, la voce celeste, la presenza di Elia e Mosè, evocano la teofania sul Sinai: Gesù è il nuovo Mosè e in lui giungono a compimento le attese, la legge e la profezia. Il trasfigurarsi della persona e le vesti candide evocano il Figlio dell'uomo del profeta Daniele (Dn 7,9.13) e anticipano la risurrezione (Mc 16,5). Dunque quest'uomo incamminato verso la Croce è in realtà il Signore glorioso. Accanto a questa funzione Cristologica il racconto svolge anche, come sempre, una funzione importate nell'itinerario di educazione alla fede dei discepoli. Essi hanno capito che Gesù è il Messia, hanno sentito parlare della via della Croce (8,31) ma ora viene loro svelato che la Croce porta alla risurrezione e alla gloria. Pietro non comprende la rivelazione della Croce e la sua reazione fu rimproverata da Gesù (8,33), qui sembra essere rimproverata anche la sua reazione di fronte alla trasfigurazione. E questo, probabilmente, perché Pietro non ha capito che la trasfigurazione era solo un anticipo, una prefigurazione: la via da percorrere continua ad essere per il discepolo la croce. La trasfigurazione non è il segno - né per Gesù né per i discepoli - che la via della croce è terminata: al contrario. Da qui in avanti la narrazione evangelica non avrà più di questi momenti: scorrerà diritta, e senza luci particolari, verso la croce. La voce celeste ripete quanto già solennemente fu proclamato al Battesimo (Mc 1,11). La filiazione divina di Gesù è affermata in un momento di gloria, ma un momento di gloria funzionale al discorso della croce, come è provato, appunto, da quanto abbiamo detto. «Ascoltatelo»: l'atteggiamento di ascolto è la logica conseguenza di quanto affermato. Colui che - incamminato verso la croce - sarà da tutti abbandonato (e già ora rifiutato da molti) in realtà è il Figlio da ascoltare. «Ascoltare» è per la Bibbia il primo degli atteggiamenti dell'uomo di fronte a Dio. Ascoltare ha un duplice significato: sentire e obbedire. Il primato, come spesso invece si dice, non spetta all'evangelizzazione né alla testimonianza. Il primato spetta all'ascolto. Altrimenti c'è il rischio di proclamare parole nostre e di testimoniare noi stessi.

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