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TESTO Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente (257)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (30/07/2006)

Vangelo: Gv 6,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,1-15

1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (2 Re 4, 42-44) è come una anticipazione del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci di cui parla il vangelo. Il profeta Eliseo invita un devoto a mettere a disposizione di un centinaio di persone i venti pani d'orzo che intendeva offrire al Signore. L''amore verso il Signore si verifica anche nell'amore del prossimo. Ciò che conta è la generosità nel'offrire: per arrivare a sfamare tutti ci pensa il Signore. Solo lui "moltiplica" il pane per nutrire i suoi figli.

Il vangelo (Gv 6, 1-15) narra del miracolo della moltiplicazione dei pani: una grande folla segue Gesù, attratta dai suoi gesti e dalle sue parole. Il Signore coinvolge in questo miracolo anche i suoi discepoli e soprattutto valorizza il dono generoso di un ragazzo che mette a disposizione il suo pasto. Il poco donato con generosità e fiducia diventa, nelle mani di Cristo, un tesoro prezioso: non solo sfama tanta gente, ma valorizza il bene che ogni persona può fare e rivela la potenza del suo Figlio. Gesù, da parte sua, non vuole lasciarsi imbrigliare dall'entusiasmo della gente. Il suo obiettivo non è diventare re, quanto invece mostrare il vero volto di Dio e annunciare il suo amore senza confini.

Salmo 144
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno

e parlino della tua potenza.

Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano

e sazi la fame di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,

a quanti lo cercano con cuore sincero.

Il salmo assomiglia ad un ritratto di Dio in cui al centro spicca la mano del Signore. Una mano aperta per donare ai suoi figli quanto necessitano per la loro vita.

Questo gesto della "provvidenza di Dio" mostra le caratteristiche del Signore:
* giusto in tutte le sue vie,
* santo in tutte le sue opere

* vicino a quanti lo invocano e lo cercano con cuore sincero.

Dio non si presenta attraverso una formula teorica da imparare. I fatti della vita, aiutano a scoprire le "orme" che lui lascia sulle strade dell'uomo in modo che tutti lo possano cercare e trovare.

Il dono di quanto serve alla vita dell'uomo non esaurisce l'amore di Dio e il bisogno di lui. È saggio l'uomo che parte dal dono di Dio per cercalo e quindi lo invoca con animo retto – il cuore sincero - per entrare in piena sintonia con il Creatore che non smette di provvedere alle sue creature.

Un commento per ragazzi

Se il nostro interesse per i genitori si fermasse a quello che chiediamo loro e che ci sanno dare con disponibilità e generosità...mancherebbe certo l'amore, per far regnare l'interesse. Se il papà e la mamma valgono solo in relazione a quanto ci forniscono in cibo, vestiti, giochi, mance...diventano per noi come delle banche, a cui far riferimento dopo aver accuratamente valutato le condizioni per cercare quelle più favorevoli.

I genitori che sanno vivere bene il loro ruolo sono attenti a non lasciarsi strumentalizzare, a non cadere nella possibile trappola di venir riconosciuti e apprezzati solo se danno affetto sotto forma di prodotti di alta tecnologia o affini.

Un rischio di questo genere lo riconosce anche Gesù: sa che la gente può limitarsi a chiedere cibo, salute, e non sempre vuole andare oltre. Le tentazioni, che noi collochiamo nel deserto, lo accompagnano nella sua missione: il dubbio che sia sufficiente fare miracoli per assicurarsi la risposta della gente è un compagno della sua vita. Gesù sa dare la sua risposta chiara e decisa: si ritira in un luogo isolato a pregare. Solo il "pane" della Parola di Dio è veramente necessario per i suoi figli.

Non dobbiamo però pensare neppure a un Messia estraneo alla gente, tutto chiuso nelle sue preghiere e riflessioni; quasi fosse sempre in estasi, lontano dalle persone e dai loro bisogni. Anzi lui stesso coinvolge Filippo chiedendogli di provvedere alla gente che lo segue.

La cosa ancora più simpatica è il fatto che non vuole fare tutto da solo: oltre all'aiuto degli apostoli, favorisce anche quello di un ragazzo.

Un ragazzo che sa fidarsi di Gesù e dei suoi amici, mettendo nelle loro mani il pane e il pesce che si era portato come pasto. Un ragazzo che non ha paura di donare, perché sa a chi dona, e perché ha scoperto che solo facendo un primo passo nel bene si può ottenere qualcosa di importante per tutti. Un ragazzo che è diventato "famoso" per un piccolo gesto e che Giovanni ci presenta come modello per piccoli e grandi. In fondo nessuno è così povero da non avere qualcosa da donare agli altri; se poi incrocia l'amore di Gesù il suo dono diventa enorme. A fianco di Gesù cinque pani e due pesci possono sfamare circa cinquemila uomini. Provare per credere!

È chiaro che non si tratta solo di pani e di pesci; ciò che conta è donare. Donare con fiducia e simpatia, magari con un sorriso che nasce dal cuore prima ancora di fiorire sulle labbra. Un sorriso che dice, a te stesso prima ancora che agli altri, che non ti senti costretto ma libero; che non dai il superfluo di cui non sai cosa fartene, bensì ciò che consideri un tesoro prezioso e vuoi che tutti possano godere di questo tesoro.

L'amore è un dono che pure noi possediamo solo perché qualcuno ce lo ha regalato. Possiamo donarlo senza restarne privi. Colui che ha moltiplicato pani e pesci sa trasformare in qualcosa di grande ciò che noi sappiamo dare a tutti attraverso di lui.

Quindi non preoccupiamoci se non abbiamo pani e pesci: nel nostro cuore ci sono sentimenti molto più grandi e che non diventano mai vecchi e indurire o marcire perché il tempo e la costanza non li impoverisci: li matura!

Un suggerimento per la preghiera

Signore, siamo pronti a vivere la "pasqua domenicale", l'incontro in cui tu ci "chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo". Insegnaci a non fermarci a questo tuo dono perché vogliamo imparare a "spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno" che riassume tutte le qualità e doti di cui siamo ricchi e che possiamo sfruttare come un tesoro enorme per far ricchi anche gli altri che sono attorno a noi.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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