TESTO Commento su Am 9,14-15
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Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (06/07/2002)
Brano biblico: Am 9,14-15
Dalla Parola del giorno
Farò tornare gli esuli del mio popolo Israele, e ricostruiranno le città devastate e vi abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto. Li pianterò nella loro terra e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho concesso loro.
Come vivere questa Parola?
Questa pericope è a conclusione del libro del profeta Amos. Va letta in prospettiva messianica e anche escatologica. Sta a dire che le peripezie di un popolo amato da Dio ma "di dura cervice" si protraggono a lungo ma hanno poi un esito positivo. "Non c'è delusione per quanti sperano in te" dice la Bibbia. Sì, anche i periodi di prova, quando ci sembra di essere presi di mira dall' "ira di Dio", in realtà siamo nel mirino del suo Amore. Niente, assolutamente niente può avere un esito negativo. Se consentiamo a "seguire le Sue vie", questo Dio della vita ci condurrà là dove l'abbondanza della vita, del bene, della gioia avrà il suo esito definitivo, la sua vittoria sul male per sempre. Questa è la speranza del credente, questa la sua gioia.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, assaporerò, nella pace, questa parola profetica e la riporrò in cuore come una promessa di consolazione che non delude. Assorbirò interiormente la Parola di Gesù che fa eco e completa quella di Amos: "Avrete tribolazioni nel mondo, ma ritornerò da voi e i vostri cuori si rallegreranno e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia"
La voce di una "nomade di Dio"
E' un momento doloroso, ma uno sguardo verso il presepio, verso il calvario, verso il tabernacolo, dà la gioia di soffrire. In fondo sono sempre in una gioia profonda, che può coesistere con il dolore. Sono schiacciata, annientata, eppure il Signore mi colma.
Piccola Sorella Magdeleine di Gesù