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TESTO Commento su Matteo 9,9-13

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Venerdì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (02/07/2004)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

I farisei dicevano ai discepoli di Gesù: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?»

Come vivere questa Parola?

Perché Gesù scandalizza e stupisce i Farisei? Sappiamo bene che i pubblicani, pubblici peccatori, erano dei disonesti patentati, a servizio del potere, privi di scrupoli e senza coscienza. Eppure anche i Farisei erano dell'idea che costoro potessero salvarsi, ma prima avrebbero dovuto convertirsi. Evidentemente Dio la pensa in altro modo! Li "vede" con occhi di predilezione, li raggiunge al banco della loro iniquità, li chiama per nome facendone discepoli del regno e siede a mensa con loro prima ancora che cambino vita. Se poi la loro esistenza avrà veramente una svolta, sarà quell'accoglienza inattesa e insperata a provocarne il cambiamento. Ecco la novità che scandalizza e stupisce i benpensanti di ieri e di oggi!

Prima ancora: sì, perché Dio guarda con lungimiranza e i suoi occhi si posano sul peccatore, non sul peccato. E il suo perdono non è una concessione fatta con distacco e "a condizione che...", ma un vero e proprio compromettersi nella compagnia di coloro che hanno bisogno di misericordia.

Dunque non ci sembri strano che Gesù punti gli occhi su di noi e ci chiami a Sé, all'intimità profonda, pur vedendoci talvolta "seduti" al banco dell'egoismo truffaldino che per avidità o negligenza arraffa ogni piacere, scende a compromessi e mercanteggia la propria dignità. Anzi, ci dia animo la certezza che il Regno di Dio è già dentro noi, nella fiducia e nella stima che Dio ci anticipa prima ancora che ne diventiamo degni.

Oggi nella mia pausa contemplativa, come Matteo il pubblicano, mi alzerò senz'indugio per seguire il Signore ritmando il mio passo al Suo, nell'agilità di una vita interamente protesa all'avvento del regno.

Signore, anch'io mi percepisco un po' "seduto" al banco dell'ego. Fa' che non esiti a recidere in me resistenze e bramosie, lasciandomi attrarre dal fascino del Tuo amorevole sguardo che m'accoglie prima ancora d'aver chiesto il tuo perdono.

La voce dei Padri della Chiesa

Grande e meraviglioso è sostenere non quello che sta dritto, ma quello che cade. Così anche Cristo volle salvare quello che si perdeva e salvò molti venendo e chiamando noi che eravamo già perduti.
Pseudo-Clemente di Roma

 

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