TESTO Commento su Marco 12,18-27
mons. Vincenzo Paglia Diocesi di Terni
Mercoledì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (07/06/2006)
Vangelo: Mc 12,18-27
È l'ultimo dibattito di Gesù nel tempio. Avviene con i sadducei sul tema della resurrezione, alla quale essi non credono. Usando lo stile rabbinico, essi si profondono in una esercitazione teorica sul matrimonio che conduce all'assurdo. Di qui, essi concludono, l'impossibilità della fede nella resurrezione. Gesù non risponde sul piano della razionalità teorica, ma su quello delle Scritture e della potenza di Dio. Riprende anzitutto le parole rivolte da Dio stesso a Mosè dal roveto ardente, quando gli aveva detto che era il Signore dei vivi e dei morti. Gesù afferma quindi che Dio è il creatore e il Signore della vita e protegge i suoi figli salvandoli dal potere della morte. In queste parole evangeliche c'è come l'apertura di uno spiraglio sulla Gerusalemme del cielo: in essa i credenti, liberati dai vincoli della carne, vivranno "come angeli", ossia saranno animati dallo Spirito che è più forte della carne. Ma questa vita dei cieli inizia già da questa terra quando i credenti si lasciano guidare dalla parola del Signore che è seme di eternità e di incorruttibilità.