TESTO Commento su Matteo 6,7-15
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Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/06/2000)
Vangelo: Mt 6,7-15
Dalla Parola del giorno
Gesù disse ai discepoli: "Pregando non sprecate parole come i pagani, i quali credono di essere ascoltati a furia di parole (...). Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele domandiate".
Come vivere questa Parola?
Gesù ci educa alla vera preghiera, converte il nostro cuore da una preghiera parolaia a una preghiera autentica. Quello che in essa importa non sono le nostre espressioni più o meno belle, i nostri pensieri più o meno importanti, ma l'iniziativa dello Spirito in noi.
E' importante rendersi persuasi, a nostro conforto e insegnamento, che solo per mezzo di Lui noi sappiamo pregare. Dice S. Paolo: "Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché noi non sappiamo né che cosa si debba chiedere pregando né come convenga chiederlo, ma lo Spirito in persona intercede per noi con gemiti inesprimibili" (Rm. 8,26).
Col mirabile insegnamento del "Padre nostro", Gesù ci ha consegnato la preghiera per eccellenza. Anche questa sola preghiera, interiorizzata, può cambiare la nostra vita.
L'esercizio spirituale di oggi è quello di raccogliermi nel cuore e pregare molto lentamente il "Padre nostro". Ad ogni intercessione posso ripetere l'invocazione: "Abbà, Padre!", e soffermarmi con pace sulla certezza del suo amore.
La voce di un eminente biblista
"Noi preghiamo Dio di esaudirci ma più ancora, pregando, esaudiamo Dio che desidera ardentemente di cambiare la nostra vita. Di fatto lo può fare, se pregando come ci ha insegnato Gesù, gli consentiamo d'irrompere e agire in noi".
Albert Vanhoye