TESTO Commento su Giovanni 16,16-20
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Giovedì della VI settimana di Pasqua (01/06/2000)
Vangelo: Gv 16,16-20
Dalla Parola del giorno
"Ancora un poco e non mi vedrete, un poco e ancora mi vedrete (...). Voi sarete afflitti ma la vostra afflizione si cambierà in gioia"
Come vivere questa Parola?
Con una espressione enigmatica Gesù parla di un tempo in cui i discepoli non lo vedranno più e di un tempo in cui lo vedranno. Anche queste parole sono state pronunciate immediatamente prima della passione. I suoi non lo vedranno più perché sarà nel sepolcro e se ne rattristeranno, mentre il mondo (i suoi oppositori) si rallegreranno. Ma, con la Risurrezione, splenderà nuovamente tra i suoi la gioia. Questa situazione però di alternanza del dolore e della gioia, di una momentanea esperienza dell'assenza del Signore nella nostra vita a cui succede, improvvisamente, il senso vivo della sua Presenza, è tipica della nostra vita spirituale. Gesù sembra sottrarsi a noi perché vuole che cresca e maturi il nostro amore per Lui. E notiamo bene: dice " la vostra tristezza si muterà in gioia" e non "alla tristezza succederà la gioia". E' l'aver sofferto a causa della sua perdita, è la sua croce che diventa causa di gioia. Capirlo vuol dire entrare più profondamente nel ritmo del suo mistero pasquale. Già qui e ora muoio e risorgo; dolore e gioia si succedono fino al dilagare della felicità ultima e intramontabile.
Oggi mi eserciterò a "leggere" nella mia vita l'alternarsi del dolore e della gioia, dell'apparente assenza e della presenza di Gesù: tutto come dono. E ne ringrazierò verbalizzando così:
"Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio". (Sl 43, 5).
La voce di una piccola grande donna di Dio
"Il Signore è sempre presente. E' qui, dentro ai tunnel più oscuri. E l'arcobaleno è tanto più bello e la luce tanto più sfavillante quanto più la tempesta è stata violenta e il tunnel oscuro ".
Magdeleine di Gesù