TESTO Commento Matteo 7,6.12-14
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Martedì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/06/2002)
Vangelo: Mt 7,6.12-14
Dalla Parola del giorno
Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita.
Come vivere questa Parola?
La Legge e i Profeti, dice Gesù nel Vangelo di oggi, sono riassumibili in questa massima: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Mt.7,1112). In un altro passo, non meno noto, al dottore della Legge che gli chiede quale sia il più grande comandamento, Gesù risponde: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt.22,37.39). Le due affermazioni di Gesù sono complementari: infatti gli uomini cos'altro vogliono per sé, se non essere amati? Il comandamento dell'Amore è davvero inscritto dentro di noi e basterebbe rientrare nel proprio cuore per trovarlo. Ma ecco che poi Gesù aggiunge: "Quanto stretta è la porta che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano". Se infatti è facile constatare che l'unico vero desiderio di ogni uomo è l'amore, è purtroppo ancora più facile costatare la verità di quel che dice S. Paolo: "Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" (Rm .7,19). "Entrate per la porta stretta" (Mt.7,13), esorta dunque Gesù. Questa "porta stretta" è evidentemente la croce: amore, infatti, è rinnegare se stessi, dimenticare se stessi e prendersi cura dell'altro.
Oggi ascolterò questo invito di Gesù, non però con sconforto, bensì con speranza. Se infatti la porta è stretta, tuttavia essa è stata già aperta e attraversata da Gesù. Ancora di più, se è vero che la porta è stretta, tuttavia noi siamo stati fatti per essa: prima o poi dovremo passarvi, perché, parafrasando S.Agostino, il nostro cuore certamente resterà inquieto fin quando non l'avremo attraversato.
La voce di un maestro di preghiera vivente
Siamo nati per la carità: se non viviamo nella carità, noi siamo esseri umani menomati.
Andrea Gasparino