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TESTO Commento su Giovanni 17,1-11

mons. Vincenzo Paglia   Diocesi di Terni

Martedì della VII settimana di Pasqua (30/05/2006)

Vangelo: Gv 17,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Prima di uscire dal cenacolo e avviarsi all'orto degli Ulivi Gesù pronuncia una lunga preghiera che sembra concludere il suo "testamento spirituale" consegnato ai discepoli. Rivolge gli occhi in alto verso il Signore. E' un invito a tutti perché alziamo gli occhi da noi stessi, perché usciamo dalla nostra autosufficienza e dal nostro egocentrismo, e dirigiamo la voce, il cuore e i pensieri in alto, appunto, verso Dio. La preghiera è la risorsa dei deboli e di chi non ha forza, è il grido dei poveri e l'unica speranza dei vinti. Nella preghiera di Gesù trapela un'ansia che deve essere anche nostra. Dopo aver reso lode al Padre, Gesù guarda quegli uomini deboli e sprovveduti: ha affidato loro il compito non semplice di continuare la sua opera; prega per loro perché possano continuarla. Proprio per questo non chiede per loro forza o coraggio, ma che possano restare sempre legati a lui, imitatori del suo esempio e discepoli della sua Parola. E' questa infatti la vera forza dei cristiani, affidata a ciascuno assieme alla responsabilità di annunciare il Vangelo e prendersi cura dei poveri: restare sempre più vicini possibile a lui. Se lo faremo scopriremo anche di essere più vicini fra noi, fino ad essere una sola cosa, un suolo cuore ed una sola anima.

 

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