TESTO Commento su Matteo 17,22-27
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Lunedì della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (11/08/2003)
Vangelo: Mt 17,22-27
La grande tristezza dei discepoli deriva dalla loro incapacità di comprendere che la risurrezione, già annunciata nella trasfigurazione (Mt 17,1-8), dev'essere preceduta necessariamente dalla sofferenza e dalla morte. E' ancora e sempre questione di poca fede.
I veri figli di Dio (quelli che riconoscono in Gesù il Figlio prediletto del Padre) sono liberi dalle imposte per il tempio perché Gesù, che è più importante del tempio (Mt 12,6), li libera da esse. Ma Gesù tiene conto del rischio dello scandalo che un tale atteggiamento potrebbe provocare.
Questo brano inoltre sottolinea, attraverso l'unica moneta che paga la tassa per Gesù e per Pietro, il destino comune che lega Pietro al suo Signore.
La nostra realtà di figli di Dio non ci dispensa dalle mediazioni umane; si tratta di scoprire, nel profondo delle schiavitù quotidiane della nostra condizione di uomini, il modo nel quale il Figlio di Dio ci ispira di viverle come figli liberi.