TESTO Commento su Giovanni 15,1-8
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Mercoledì della V settimana di Pasqua (24/05/2000)
Vangelo: Gv 15,1-8
Dalla Parola del giorno
Io sono la vite, voi i tralci. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi, se non rimanete in me.
Come vivere questa Parola?
Per un tralcio il punto più importante è quello in cui sta unito al ceppo della vite.
Ed è anche il punto più fragile.
E' il più importante, perché è lì che passa la linfa; è il più fragile, perché è lì che più facilmente può essere strappato.
Così è per noi. C'è un punto misterioso dove passa la linfa' che è la vita stessa di Gesù, innestata in noi col battesimo. Passa, purché il tralcio che sono io, che è il mio cuore, se ne stia ben stretto alla vite, cioè a Gesù, con l'unione della mia volontà a quella del Padre, mediante una vita di fede speranza e carità alimentata dalla preghiera e dai sacramenti.
Se non vivo la consapevolezza di questa unione, facilmente la mia vita viene strappata via da Gesù, e cade nella vanità, nella superficialità e non senso.
Oggi l'esercizio spirituale sarà quello di tenere viva la consapevolezza di questa unione mediante rapide aspirazioni del cuore e invocazioni allo Spirito d'Amore.
La voce di un anonimo del XX secolo
"La Vergine Madre Maria è colei che, per eccellenza, visse l'unione più intima a Gesù: nei nove mesi della gestazione, nell'intimità di Nazareth, nel suo silenzio di piena adesione a tutta la missione del Figlio. E' per questo che è diventata nostro "AIUTO": c'invita a "RIMANERE" in Gesù e a fare ciò che Egli ci dice".