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TESTO Commento Luca 24,35-48

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Giovedì fra l'Ottava di Pasqua (20/04/2006)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?".

Come vivere questa Parola?

Questa pagina del Vangelo narrata da Giovanni si offre a noi come una realtà primaverile in cui il mistero pasquale è luce soffusa, da interpretare nelle sue valenze di profondità. Sappiamo come sono andate le cose. Dapprima gli Apostoli hanno faticato invano per l'intera notte, durante una pesca del tutto infruttuosa. E dopo che Giovanni finalmente ha riconosciuto Gesù con quel grido stupito: "E' il Signore!", hanno approdato a riva e hanno fatto l'esperienza di un "fuoco di brace" su cui Gesù aveva arrostito ciò che Lui stesso aveva preparato insieme a quanto loro avevano preso: del pesce finito nella loro rete ma solo dopo che, sulla Parola di Gesù, l'avevano buttata nuovamente in mare. Quel che qui più colpisce è che il Signore appare con sembianze così dimesse che, subito, i suoi non lo riconoscono. Il suo è un tenerissimo saluto. Li chiama ora "figlioli" (e non sono forse figli del suo aver dato in croce per loro la vita?) e poi è lì a condividere al sole e all'aria, un comunissimo pranzo da pescatori. E' la quotidianità che trionfa. E' la semplicità della vita dei poveri che qui parla e s'impone.

Oggi, sosterò a visualizzare in quieta gioia di contemplazione tutta la scena come fossi sul lago di Tiberiade. Contatterò il Signore in umili sembianze. E pregherò:

Gesù, fa' che io possa riconoscerti sulle rive del mio quotidiano. Fa' che percepisca quanto tu mi ami proprio quando mi dai di scoprire Te nella persona affaticata, debole, povera; quando mi chiami a servirla.

La voce di un un grande Papa del XX° secolo

Tutto è Cristo per noi e, per quanto noi facciamo e ci sforziamo, il Signore è sempre più grande e la sua misericordia è sempre vincente. Il Regno di Dio è dono gratuito, che nessuna azione umana può meritare.(...) Noi non siamo e non saremo mai all'altezza delle situazioni storiche; se qualcosa di buono compiamo, è dono di Dio.
Paolo VI

 

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