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TESTO Commento su Matteo 13, 31-35

padre Lino Pedron   Home Page

Lunedì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/07/2003)

Vangelo: Mt 13,31-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La parabola del granello di senape presenta il contrasto tra la piccolezza del seme e la grandezza della pianta che produce: un albero che offre ospitalità agli uccelli. La piccolezza del granellino sottolinea l'aspetto insignificante e addirittura deludente degli inizi dell'avvento del regno di Dio: la venuta di Gesù corrisponde ben poco alle attese che gli ebrei avevano nei confronti del messia(cfr Mt 3,13-14; 11,2-3).

La parabola del lievito ci insegna che il regno di Dio è presente nel mondo come un fermento che lo trasforma totalmente.

Il regno dei cieli non ha gli inizi sognati dagli apocalittici e sperati dal popolo. Esso si inserirà nella storia quasi inavvertitamente(cfr 11,2-3; 12,20), ma si affermerà ugualmente. Il regno dei cieli è ai suoi inizi storici un seme di senape, ma non sarà tale al suo stadio finale. La parabola è perciò un annuncio di consolazione e di conforto per quanti non riescono a vedere nell'opera del Cristo la realizzazione delle attese messianiche. Essa fa eco alle parole rivolte da Gesù ai discepoli:" Non temete, piccolo gregge, perché piacque al Padre vostro dare a voi il Regno"(Lc 12,32).

La parabola illustra un fatto (l'azione messianica di Gesù), ma soprattutto enuncia una legge (la paradossalità dell'agire di Dio). Essa sottolinea non solo che l'affermazione del Regno avviene nonostante i suoi umili inizi, ma proprio per essi.

Ciò che era uno scandalo è invece il segreto del piano di Dio: la piccolezza e la debolezza non pregiudicano la riuscita futura ma, anzi, ne sono le condizioni necessarie. La debolezza degli uomini del Regno è la loro forza, perché solo allora trovano in Dio tutta la loro confidenza e tutto il necessario appoggio. Il Regno sarà grande nella debolezza (cfr 2Cor 12,9).

Bisogna che i credenti abbandonino i loro appoggi terreni, diventino poveri, umili, deboli per far sì che la Chiesa acquisti i caratteri voluti dal suo fondatore. Chi riceve il Regno come un granello di senape deve uniformare il proprio animo alla lezione che viene dal piccolo seme. Ritorna ancora una volta il messaggio della povertà con cui si apre il discorso della montagna (Mt 5,3).

Il discorso in parabole viene nuovamente e con forza definito come discorso destinato al popolo. Per capirlo non è necessaria una conoscenza speciale. Il salmo 78,2 viene citato proprio perché identifica nelle "parole" uno strumento adeguato per rivelare "cose nascoste fin dalla fondazione del mondo".

Il salmo 78 presenta un abbozzo della storia della salvezza di Israele dall'esodo alla conquista della terra promessa e all'elezione di Davide. Designando l'esposizione della storia, la parabola ci vuol dire che occorre comprenderne, con la riflessione e la meditazione, il senso: l'essenza e la fedeltà di Dio, il peccato dell'uomo e la conseguente esortazione alla fedeltà e all'obbedienza.

Ciò che Cristo proclama risale al tempo che precede la creazione. Per Matteo il regno di Dio è una realtà preesistente. Nel tempo essa fu affidata a Israele ed è divenuta realtà definitiva in Gesù.

La preesistenza del regno di Dio è confermata da Mt 25,34.

 

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