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TESTO Commento su Matteo 12, 38-42

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Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/07/2003)

Vangelo: Mt 12,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Alcuni scribi e farisei chiedono a Gesù di vedere un segno. Evidentemente chiedono un segno più convincente di quelli che egli ha compiuto finora. Ma Gesù rifiuta sdegnosamente questa pretesa: non darà loro alcun segno, se non il segno di Giona profeta.

Nella interpretazione di Matteo il segno di Giona profeta è la risurrezione: "come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra" (12,40). Ma fatta questa precisazione, il pensiero va subito in un'altra direzione: cioè all'accoglienza che ha la predicazione di Gesù.

Il confronto è seguito da una severa condanna e dalla constatazione che l'evangelista ha già fatto altre volte: i pagani sono più disponibili dei giudei alla parola di Dio e alla conversione.

Gesù scaccia i demoni e dimostra che questo è il segno dell'arrivo del regno di Dio vittorioso sulle forze del male. Tuttavia il tempo di satana continua. Una volta scacciato, torna.

Gesù avverte che la venuta del regno di Dio non sottrae gli uomini dalla possibilità di ricadere sotto il dominio di satana. Di fronte alla venuta di Gesù, satana intensifica i suoi attacchi e, se gli riesce di ritornare là donde Cristo l'aveva scacciato, ci si trova in una condizione peggiore di prima. Come appunto avvenne ai contemporanei di Gesù.

Il rimprovero di Gesù: "generazione malvagia e adultera" si riferisce all'idea dell'alleanza con Jahwè, che Israele non ha rispettato, diventando così una meretrice. Con la richiesta di un segno i farisei dimostrano di essere tali. Essa è l'espressione della mancanza di fede e dell'abbandono dello sposo Jahwè. Il rimprovero appare limitato al gruppo degli scribi e dei farisei, anche se finisce per riguardare tutto il popolo (17,17).

Gesù, nel riferirsi ancora alla figura di Giona e appellandosi al giudizio finale, condanna questa generazione di cui i capi sono responsabili. Se alla predicazione di Giona gli abitanti di Ninive, pur essendo pagani, si sono convertiti, alla predicazione di Gesù il popolo d'Israele non ha dato alcun segno di conversione. E nel giudizio finale gli abitanti di Ninive, in maniera paradossale, giudicheranno l'incredulità del popolo eletto da Dio, Israele.

Il secondo annuncio di giudizio ricorre all'episodio biblico della " regina del sud" (1 Re 10, 1-13; 2Cr 9, 1-12), anch'essa pagana, la quale è venuta da molto lontano per ascoltare la sapienza di Salomone. I giudei hanno potuto ascoltare un profeta ben più grande di Giona e un maestro ben più sapiente di Salomone, e non si sono convertiti.

 

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