TESTO Commento su Giovanni 5,1-3.5-16
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Martedì della IV settimana di Quaresima (04/04/2000)
Vangelo: Gv 5,1-3.5-16
Dalla Parola del giorno
Queste acque, sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà. Lungo il fiume, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde mai appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno. (Ez.47,8-9.12)
"Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita". Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". E sull'istante, quell'uomo guarì.
Come vivere questa Parola?
Bellissima immagine, questa del profeta Ezechiele. Sovente nella Bibbia le acque sono simbolo di morte: le acque del diluvio, o quelle del Mar Rosso. Qui invece sono assunte a simbolo della vita: acque che risanano il mare, acque di vita che risanano le acque di morte. Il riferimento a Gesù e al suo mistero pasquale è evidente, ed è reso esplicito dal brano del Vangelo: Gesù è l'acqua che guarisce!
Vivere con Lui è essere come quegli "alberi da frutto": non solo sempreverdi, ma con frutti maturi dodici mesi l'anno! Quante volte la nostra vita invece conosce lunghi periodi di sterilità.
Una prima provocazione dalla Parola di oggi è proprio questa: la nostra vita assomiglia a quegli "alberi" di cui parla il profeta? Se no, è certamente perché le nostre radici (il nostro cuore!) non attingono a Lui, acqua viva che disseta e si dona gratuitamente; per lo meno, non attingono a Lui in maniera sufficiente.
Ecco allora il mio esercizio del giorno: attingerò all'acqua della vita che è Cristo stesso. Non si tratta anzitutto di seguire un codice di comportamento o di adempiere a certe pratiche religiose; si tratta piuttosto di lasciarmi guardare da Lui, investire dalla Sua presenza: si tratta soltanto di lasciar risuonare le Sue Parole dentro di me, e così essere toccato da Lui, e poter, solo allora, prendere il mio lettuccio e seguirlo.