TESTO Commento su Giovanni 4,43-54
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Lunedì della IV settimana di Quaresima (03/04/2000)
Vangelo: Gv 4,43-54
Dalla Parola del giorno
Un funzionario del re andò a cercare Gesù e lo pregava dicendo: "Vieni a Cafarnao e guarisci mio figlio che sta per morire". Gesù gli rispose: "Se non vedete prodigi e segni straordinari, voi non credete". Il funzionario insistette: "Signore, vieni, prima che mio figlio muoia". E Gesù a lui: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola di Gesù e riprese il cammino.
Come vivere questa Parola?
Affiora una specie d'impazienza da parte di Gesù! E' l'impazienza del suo Amore circa il nostro maturare in una fede che sia la diretta conseguenza di quel che noi conosciamo di Lui. Così fede e preghiera perseverante diventano correlative. La fede m'incoraggia a pregare e la preghiera, se è perseverante, consolida la mia fede. E proprio quando le apparenze non sembrano dirmi che vengo esaudito, proprio allora la mia fede diventa quel che dev'essere: un cieco abbandono, una consegna totale, una fiducia salda e serena al di là di tutto quel che può sembrare.
Per me, come per il funzionario del Vangelo odierno, credere è, in sostanza, pregare e fidarmi totalmente della Parola del Signore con tutte le sue promesse che sempre verranno realizzate. E' questo il segreto per un cammino all'insegna di una serenità di fondo, nei momenti propizi e anche in quelli tempestosi.
Oggi, entrando nella profondità del cuore, ascolterò Gesù che mi dice: "Tuo figlio vive". Cioè vive, prende spazio, fiorisce. In forza di Lui, ho quello che in me più conta.
Tu Gesù sei la "Vita", il "Vivente" per eccellenza. Fa' che "viva" in me ogni verità, bontà, positività nella pace del cuore.
La voce di un profeta del nostro tempo
La fiducia del cuore non consiste nel vedere dappertutto prodigi (come se essa detenesse un potere magico) ma dipende dal conoscere sempre più in profondità Gesù. Egli è la trasparenza di Dio-Amore.
Frère Roger di Taizé