TESTO Commento su Giovanni 4,43-54
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Lunedì della IV settimana di Quaresima (27/03/2006)
Vangelo: Gv 4,43-54
Dalla Parola del giorno
Il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
Come vivere questa Parola?
L'episodio evangelico che ci viene proposto oggi mostra due diversi modi di accostarsi al mistero di Cristo. I suoi compatrioti lo attendono e lo accolgono con gioia perché è giunta loro notizia dei prodigi che ha operato. È sul miracoloso, sullo spettacolare che fanno leva. A fronte un funzionario del re, un pagano. Il figlioletto sta morendo ed egli, mosso dall'angoscia e sorretto dalla speranza, "sale" verso Gesù. In questo verbo un movimento di distacco da visuali troppo umane, che conoscerà tappe progressive. L'uomo cerca in Gesù il "taumaturgo" di cui tutti parlano. Una specie di guaritore che deve affrettarsi a "scendere" prima che il bambino muoia. Gesù sembra opporre resistenza alla sua richiesta: "Se non vedete miracoli non credete!". E quello a insistere che non indugi più oltre perché il caso è disperato. Egli si afferra a Gesù come all'ultima possibilità. "Va': tuo figlio vive!" È la risposta lapidaria. Ed è qui che prende corpo un autentico atteggiamento di fede. L'uomo crede alla Parola e torna sui suoi passi. Quel "piccolo" è, in fondo, l'immagine dell'uomo che il peccato ha colpito nella sua integrità. Ha bisogno di "risalire" la china, ma può farlo solo perché il Figlio è "sceso", si è immerso nella sua situazione di povertà, di "piccolezza" e così l'ha restituito alla vita di grazia. Un percorso che Gesù ha inaugurato, ma che ognuno deve ripercorrere personalmente, "salendo" in cerca di Lui, per poi affidarsi alla sua Parola, anche senza vedere. E allora: sperimenterà che "Chi crede in me, anche se morto vivrà".
Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripercorrerò le tappe che hanno portato il funzionario ad aprirsi alla fede. Sosterò quindi su quel "credette alla Parola". Ed io "credo" alla Parola? So affrontare il cammino della fede anche senza il sostegno dell'evidenza?
Signore, io credo! Ma, con il padre dell'epilettico, sento di doverti gridare: Aumenta la mia fede! Sostienila nel momento della prova, quando tutto sembra precipitare nel buio e il dubbio mi assale. Quando dirti di "sì" richiede un abbandono fondato unicamente sulla certezza che tu mi ami.
La voce di un Padre della Chiesa
Conserviamoci santi ed esemplari nella fede che abbiamo accettato, per poter supplicare con confidenza Dio, il quale ci ha detto: Mentre ancora tu stai parlando, io ti dirò: eccomi! Questa espressione scritturistica è una grande promessa, perché in essa il Signore si dichiara più pronto lui a dare che l'uomo a chiedere.
S. Clemente