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TESTO Commento su Giovanni 13,21-33.36-38

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della Settimana Santa (06/04/2004)

Vangelo: Gv 13,21-33.36-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà". (...) Uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava al fianco di Gesù...gli disse: " Signore, chi è?".

Come vivere questa parola?

Inoltrarsi nella settimana Santa è inoltrarsi nella conoscenza più profonda della Persona di Gesù, sfiorarne il mistero con tutta l'adesione del cuore. Ciò che qui ci colpisce è il fatto che il Signore, mentre istituisce l'Eucarestia memoriale della Passione che sta ormai per vivere, entra in uno stato di profonda commozione. Gesù sa che uno degli intimi sta per tradirlo: uno di quelli che più da vicino Egli ha chiamato a seguirlo, uno di quelli con cui ha condiviso, giorno dietro giorno, la gioia e il dolore, uno di quelli che avrebbe dovuto essere affascinato dal Regno di Dio con tutte le sue esigenze di luce. E' la fedeltà che vien meno, è l'amicizia che si rompe, è l'ombra del tradimento mortale che avanza. Gesù avverte tutto questo e lo patisce in tutto il suo essere. In quel momento Giovanni, "il discepolo che Gesù amava", su suggerimento di Pietro, gli chiede chi sia colui che lo tradisce. Egli lo chiede con un gesto di penetrante amore: "Reclinandosi sul petto di Gesù". E nell'atmosfera di questa scena, nel contesto delle realtà umano-divine che stanno per accadere, ha tale valenza questo gesto che Origene afferma: "L'evangelista Giovanni ha colto, appoggiato al cuore di Cristo, le profondità dell'Amore e le ha poi comunicate nel suo Vangelo".

Oggi, nel mio rientro al cuore, starò in ascolto di quanto, a livello emozionale, vi è presente. Forse dolore o gioia, rabbia o gelosia, sdegno e tristezza. L'importante è che questo mio bagaglio emozionale io non lo rinnova ma, guardandolo in faccia lo consegni a Gesù così uomo d'aver vissuto fino in fondo umanamente il dolore più grande, così Dio da potermi aiutare a vivere, senza essere soggiogato dalle mie emozioni.

Signore Gesù, lascia che come l'apostolo evangelista Giovanni appoggi tutto il mio essere sul tuo cuore. Fammi percepire in esso tutto l'Amore che tu hai per me, fammi ordinare le mie energie di amore con la mia emozionalità immersa nella tua divina umanità

La voce di un uomo spirituale del nostro tempo

Sta per incominciare la danza dolorosa della croce... Giovanni che, col capo reclinato e la mano sul cuore, esprime l'atteggiamento devoto, contemplativo, quello di colui che ha il pensiero assorbito nel cuore di ciò che contempla. E' il discepolo che precedentemente ha appoggiato il suo capo sul cuore del Signore e che ora lo contempla in una agonia tanto misteriosa. Ma il cuore comprende il cuore...
Tomàs Spidlìk

 

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