TESTO Commento su Giovanni 6,16-21
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Sabato della II settimana di Pasqua (13/04/2002)
Vangelo: Gv 6,16-21
Dalla Parola del giorno
Videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".
Come vivere questa Parola?
Bisogna tener conto che il mare, nella Bibbia, è immagine del dolore, del male e della morte. "Mi circondavano flutti di morte... flutti tempestosi mi assalgono". Così si penetra il senso di questa importante pericope. Gesù che compare sulle acque prefigura la sua passione e morte, ma soprattutto quel suo vincere la morte: il mistero di risurrezione che questo periodo liturgico ci fa a lungo celebrare e contemplare. Anche nella nostra vita siamo spesso messi a cimento da diverse prove. E la paura è come le onde minacciose del mare. Non è il caso però di lasciarsi travolgere. Gesù, che appare all'orizzonte esistenziale dei nostri giorni, ci dice: "Sono io, non temete". Risuonano in queste parole due importantissime affermazioni: quell'"IO SONO", il nome di Dio che Egli stesso rivela sull'Oreb; e quella parola: "Non temete" ripetuta 366 volte nella Bibbia per darmi, ogni giorno, coraggio e speranza.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò a lungo risuonare questa forte e dolcissima parola nel mio cuore. Sì, Gesù, voglio prenderti nella mia barca, nella barca della mia vita, di ogni mio giorno, di questo giorno. E voglio ascoltarti mentre rinvigorisci la mia fede e la mia speranza.
La voce di una donna che ha vissuto il suo soffrire alla luce di Cristo
Le mie giornate sono lunghe, faticose, però ugualmente dolci e con la luce di Dio. Cerco, nel mio esilio, di non perdere la serenità. E mi ricordo gli urli degli apostoli quando Gesù camminava sulle acque e disse:: "Sono Io, non temete!"
Benedetta Bianchi Porro