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TESTO EVANGELIZZARE TOCCANDO (In memoria di Papa Francesco)

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II Domenica di Pasqua (Anno C) (27/04/2025)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

I.

Papa Francesco è stato senz'altro l'uomo più toccato al mondo. Pensiamoci un momento: milioni di fedeli nelle piazze, visite pastorali in ogni angolo della terra, udienze, incontri con malati, poveri, carcerati, bambini, giovani... Alla fine di ogni udienza particolare nel Palazzo Apostolico, salutava centinaia di partecipanti stringendo la mano a ciascuno. Quanti abbracci. Quante carezze. Quante strette di mano. E lui non si è mai tirato indietro. Non ha mai detto “non toccatemi” (se non in quell'unico episodio con una donna che lo aveva strattonato con forza). Papa Francesco cercava il contatto. Si chinava, abbracciava, accarezzava. Perché? Perché toccare è uno dei linguaggi privilegiati dell'amore. Toccare vuol dire riconoscere, accogliere, consolare. Le mani parlano quando le parole non bastano; anzi, spesso parlano più delle parole. Lo sanno bene le mamme, che calmano i loro figli con una carezza. Lo sanno i medici, quando toccano i corpi degli ammalati. Lo sanno i sacerdoti, che celebrano i sacramenti e ungono i corpi con il santo olio. Lo sanno gli innamorati e gli amici, quando si prendono per mano. Lo sanno gli educatori, quando posano una mano sulla spalla dei loro alunni infondendo fiducia e coraggio. Papa Francesco parlava spesso dei tre linguaggi fondamentali dell'educazione e della fede: la mente, il cuore e le mani. Non basta solo pensare. Non basta solo sentire. Bisogna agire. Bisogna toccare. Un'educazione che resta confinata nelle idee o nelle emozioni è incompleta. Serve il gesto. Serve la concretezza. Servono mani che costruiscono, che servono, che curano, che accarezzano. Educare toccando. Evangelizzare toccando. Questo è stato il suo stile. Questo è il Vangelo.

II.

L'apostolo Tommaso, come abbiamo ascoltato nel Vangelo di questa domenica, non si accontenta di sapere dagli altri che Gesù è risorto. E non gli basta nemmeno vederLo. Lui vuole toccarLo: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Come la donna emorroissa: non le bastava vedere Gesù passare o ascoltare le sue parole. Doveva toccarLo, per guarire. Come Maria Maddalena: non le bastava vederLo risorto. Voleva trattenerlo. Tommaso vuole toccare le ferite, entrare nel corpo crocifisso. E Gesù si lascia toccare. Non gli dice: “Non toccarmi”. Offre le sue mani. Offre il suo fianco. Non si sottrae. Perché la fede non è astratta. È corpo. È presenza. È relazione. Gesù, durante il suo ministero, ha toccato le persone per guarirle, per benedirle, per comunicare con loro. E dopo la resurrezione, continua a farsi toccare. Agli apostoli attoniti Gesù li invita a toccare il suo corpo: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”.

III.
Per concludere.

Esiste una pratica di cura con le mani. Anche se la scienza non sempre la riconosce, tutti noi ne conosciamo l'effetto profondo: una mano che accarezza, che tocca con amore, ha un potere misterioso. Calma. Lenisce. Guarisce. Rassicura. Quante volte un gesto affettuoso ci ha sollevati dal dolore, ci ha dato pace, ha parlato al cuore meglio di mille parole. Anche la fede funziona così: non è solo un'idea da capire, ma una realtà viva da toccare, e da lasciarsi toccare.

C'è anche una canzone di Elton John intitolata Healing Hands (Mani che guariscono). Parla proprio del bisogno profondo che abbiamo di mani che sappiano guarire, amare, consolare. Dice: “Reach out for your healing hands / There's a light where the darkness ends / Touch me now and let me see your healing hands” (“Tendi le tue mani che guariscono / C'è una luce dove finisce l'oscurità / Toccami ora e lasciami vedere le tue mani che guariscono”).

Questa è la prima domenica senza Papa Francesco, e sentiamo già profondamente la sua mancanza. La mancanza delle sue carezze, delle sue mani, dei suoi abbracci. Le sue mani hanno toccato il corpo sofferente del mondo. E il mondo, toccandolo, si è sentito amato.

Caro Papa Francesco, sei stato toccato da milioni di mani, e tu, a tua volta, hai toccato il cuore del mondo. Hai stretto mani tremanti, hai accarezzato volti segnati e sfigurati, hai abbracciato chi era scartato, hai lavato e baciato piedi, hai offerto pace. Hai educato toccando. Hai creduto toccando. Hai evangelizzato toccando. E noi, attraverso le tue mani, abbiamo toccato Cristo. Ora che sei tra le mani di Dio, ricevi la Sua carezza eterna. E tu, che ci hai sempre chiesto di pregare per te, ora prega tu per noi. Dì al Signore che lo ringraziamo immensamente per aver donato alla Chiesa e al mondo un Papa come te, e dai una carezza a Dio anche da parte nostra. Amen.

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