PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Una notte al Santo Sepolcro

don Andrea Varliero

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) (19/04/2025)

Vangelo: Lc 24,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,1-12

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

In questa notte santissima ritorno con il cuore ad una notte di veglia trascorsa a Gerusalemme. Dentro la basilica del Santo Sepolcro: sento ancora i pali battuti per indicare il passaggio dei visir, il rito delle chiavi della famiglia musulmana, i battenti antichi con il loro rumore sordo ritirare lo spazio dalla folla e dalle infinite lingue, dalle tensioni del mondo. Percepisco ancora, se chiudo gli occhi, il profumo di nardo che da secoli e secoli si è intriso in quei marmi, rendendoli lucidi di preghiera. Salgo da solo al Golgota, rivedo quella roccia spaccata da un terremoto documentato da un sismografo. Su quello spuntone calcareo si ascolta ancora un silenzio violento di Venerdì Santo, una violenza antica così insensata e forte che sembra il grido del mondo. In silenzio, davanti alla Croce. Un prete ortodosso si prende un sonoro rimprovero dalla moglie per aver pulito alla bell'e meglio il pavimento del Golgota, senza cura: sorridiamo tutti e tre, c'è una lingua universale che supera tutte le differenze, quella del manico minaccioso. Scendo e vado nel luogo più astratto della basilica, il più contemporaneo, ai piedi del Golgota, la chiesetta di Adamo: nessuna decorazione, nessuna icona, unicamente una tomba di un crociato. È lì che Gesù è sceso per andarsi a riprendere l'umanità, lì è sceso fino alla morte. Sorella morte. È questa la Pasqua: un Dio che muore perché anche la morte possa essere abitata da Lui.

Mi avvicino al cuore del Santo Sepolcro: l'enorme cupola fatta costruire dall'imperatore Costantino è ancora salda dopo due millenni. Di oro e di stelle sono le decorazioni, attorno ad un grande oculo che fa ammirare il Cielo stellato. È la notte di Pasqua: tutto il cosmo, tutte le cellule della vita, tutta la materia e l'antimateria vivono della Resurrezione. Tutto ha un centro, sta lì. Il fuoco, il vento, l'acqua e il pane di questa notte santissima sono elementi primordiali che narrano del Risorto. Giro attorno al Sepolcro, piccola edicola custodita dalla grande cupola: c'è la chiesetta dei copti, chiese sorelle cristiane che abbiamo dimenticato. Mi stanno simpatici i cristiani copti egiziani, sono di una disarmante semplicità: una vecchietta tutta vestita di bianco sta mettendo a dura prova i diaconi, non vuole andarsene, ha deciso di morire lì, dopo il lungo e faticoso viaggio. Chissà come la convinceranno. È questa la Pasqua: una fede semplice come quella dei nostri nonni, che abbraccia e non vuole lasciare andare. Non mi trattenere, anche Lui sarà costretto a dire. È finalmente tempo di entrare nel Sepolcro, cinque persone in tutto, interamente per noi. Il primo vano ha un piccolo altare, un cubo di pietra che è detto la roccia del sepolcro. Quella roccia che stava all'imboccatura del sepolcro, quella che le donne hanno trovato levata via. Penso ai macigni che porto dentro, alle rocce che impediscono alla vita di entrare e uscire da me, a quei macigni umani che ci impediscono di respirare. «Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro. È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente la resurrezione di Cristo» (don Tonino Bello).

È ora di entrare, di trascorrere la notte in preghiera in quella tomba: occorre farsi piccoli piccoli, occorre inginocchiarsi e rannicchiarsi, lasciare anche lo zaino. Un'assenza, una tomba vuota, unica tomba senza tanfo di morte, ma letto nuziale di Cristo per l'umanità. Ecco la Pasqua, arriva il mattino: nulla è andato perduto delle nostre vite, dei nostri amori, dei nostri desideri e dei nostri slanci. La Speranza, la piccola Speranza, che muove la Fede e la Carità, sta lì; la Speranza che asciuga le lacrime, custodita dal vuoto di una tomba dalle Scritture che l'hanno annunciata. «La speranza attraversa la morte senza farsi impaurire, la Speranza si manifesta al momento opportuno, non tradisce sé stessa»: hanno scritto questo i giovani della nostra parrocchia per la Via Crucis. Esco, è già mattino: mi ritrovo che il Santo Sepolcro ha ancora il profumo di un giardino, il giardino di Pasqua. A pensarci bene, ogni mattino è un risveglio, una resurrezione. A pensarci bene, ogni novità di vita è una resurrezione. Quale resurrezione chiederò in questa Pasqua?

 

Ricerca avanzata  (57111 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: