TESTO UNA LACRIMA SUL VISO
padre Ezio Lorenzo Bono Home Page
Martedì della Settimana Santa (15/04/2025)
Vangelo: Gv 13,21-33.36-38
La Settimana Santa è detta anche Settimana della Passione: non solo per la Passione di Cristo, nel senso del patimento, ma per le passioni forti e travolgenti che Gesù ha vissuto nei suoi ultimi giorni. Passioni di amore e di sofferenza. Emozioni profonde che scuotono l'anima.
Ieri abbiamo contemplato Gesù travolto dalla tenerezza di Maria, che gli unge i piedi con un profumo preziosissimo. Un gesto gratuito, delicato, pieno d'amore. Un sollievo inatteso, un respiro profondo prima di iniziare il cammino verso la croce. Oggi il Vangelo ci porta nella notte dell'ultima cena. Gesù ha appena detto: «Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi». E subito dopo, Giovanni ci racconta che “si commosse profondamente”. Il suo cuore è scosso, turbato, ferito. Sa che tra poco sarà tradito. Ma continua ad amare. Poco dopo, nell'orto degli Ulivi, sarà così angosciato da sudare sangue. E il Venerdì Santo lo sentiremo gridare dal legno della croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Gesù ha vissuto emozioni travolgenti, struggenti, devastanti. Per amore nostro. Perché nulla di ciò che è umano gli è estraneo. Perché ci ama fino in fondo.
E noi? Siamo ancora capaci di provare almeno una piccola emozione pensando a Lui, al suo amore così umile e così totale? O il nostro cuore si è anestetizzato, abituato alla croce come a un simbolo tra i tanti? Forse anche noi, in qualche momento di entusiasmo, abbiamo detto con impeto, come Pietro: «Darò la mia vita per te!» Ma quante volte, poi, il gallo ha cantato dopo ogni nostro tradimento? Dopo ogni volta che abbiamo scelto altro, che abbiamo taciuto il nostro amore per paura o per convenienza? Pietro, dopo il suo triplice rinnegamento, ha pianto amaramente. E noi? Abbiamo mai pianto sinceramente per i nostri peccati? Abbiamo mai lasciato che una lacrima solcasse il nostro volto, non per disperazione, ma per nostalgia di Dio? Il pianto sincero, umile, può diventare un lavacro dell'anima. Un piccolo battesimo del cuore. Una goccia che lava le nostre sozzure interiori.
IMPEGNO QUARESIMALE:
Scegli un angolo della tua casa, una piccola “Getsemani” personale, e rimani lì con Gesù. In silenzio, davanti a Lui. Senza parole, ma con il cuore aperto. Pensa intensamente alla sua Passione, al suo dolore. E se correrà una lacrima sul tuo viso, non è debolezza. È grazia.