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TESTO Ma quando arrivi?

don Michele Cerutti

V domenica di Quaresima (anno C) (06/04/2025)

Vangelo: Gv 11,1-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 11,1-53

1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Colpiscono nella narrazione di questo evento i diversi atteggiamenti di coloro che vengono coinvolti nei differenti passaggi.

I discepoli incapaci di comprendere l'atteggiamento di Gesù che vuole tornare a tutti i costi in quella Giudea dove era dovuto scappare per sfuggire alla lapidazione.

Tommaso sembra esprimere a nome di tutti una preoccupazione quello del rischio di andare a morire tutti quanti: “Andiamo a morire con lui”.

Da questo atteggiamento scaturisce il grande insegnamento che offre il Maestro ai suoi e quindi a tutti noi. Il discepolato deve vincere ogni paura e ogni preoccupazione.

Una presa di posizione contro una sorta di sequela fatta senza slanci e tanti timori che Gesù vuole che i suoi debbono mettere da parte.

Gesù tarda ad arrivare a casa di Lazzaro. Questo porta scompiglio che Marta mette in evidenza.

“Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto”. C'è anche qui un insegnamento da parte di Gesù che vuole aiutare il discepolo a quella sorta di superstizione tipica del tempo per cui vi era la credenza giudea che l'anima del defunto potesse vagare fuori dal corpo fino al terzo giorno, ma al quarto giorno il corpo cominciava a decomporsi.

Un tentativo di aiutare Marta e tutti coloro che fremevano per l'arrivo di Gesù quindi a purificare la fede.

La sorella di Lazzaro riuscirà a fare questo passo affermando una professione sulla vita dopo la morte: “Io so che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno”.

Questa fede va poi rinnovata perché Gesù, davanti a una titubanza di Marta, riaffermerà: “Non ti ho detto che se credi che vedrai la gloria di Dio?”.

C'è poi chi subito esprime giudizi e afferma: Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».

Davanti all'evidenza del miracolo c'è chi crede e chi invece trama con i farisei e gli scribi che si intravvedono sul finire dell'episodio che iniziano a congiurare per ucciderlo.

Quindi il brano si era aperto con Gesù determinato a tornare in Giudea dove rischiava la lapidazione e si chiude con Gesù oggetto di discussione dei suoi soliti amici per essere eliminato.

Nel mezzo un percorso crescente di fede che deve da un lato vincere le paure, come nel caso dei discepoli preoccupati della loro sorte tornando in una terra inospitale, dall'altro, invece maturare questa davanti al dramma della morte.

Mistero quest'ultimo che coinvolge anche Gesù che piange davanti alla tomba dell'amico Lazzaro.

Cristo vuole però vincere la dimensione della tristezza per passare anche alla dimensione della gioia, parola certo difficile da proporre in questi momenti.

Gioia però che il cristiano deve saper vivere perché la morte rimanda alla risurrezione e quindi a una vita che è pienezza.

Ultima grande icona del cammino quaresimale che la liturgia ci offre che se non ci sprona a guardare con maggiore speranza alle realtà ultime dovrebbe interrogarci su come viviamo la fede.

Siamo indirizzati al termine del tempo che viviamo alla dimensione della Pasqua che passa dalla Passione alla Risurrezione.

Il rischio è di vivere una fede, come dice Papa Francesco, che è sempre Quaresima.

Gesù ci offre un anticipo con questo brano di quello che da qui a qualche giorno siamo chiamati a vivere. Siamo invitati a immergerci nella Passione del Signore per approdare al mistero grande della Risurrezione che costituisce il perno e il centro della nostra fede e fuori da questa renderebbe vano il nostro rapporto stesso con il Signore.

 

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