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TESTO Commento su Luca 24,35-48

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Giovedì fra l'Ottava di Pasqua (24/04/2025)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il racconto dei discepoli di Emmaus si trasforma in una testimonianza carica di speranza: Gesù non solo si fa riconoscere, ma si lascia toccare, mangia con loro e li guida attraverso le Scritture, illuminando i loro cuori. È la narrazione di un incontro concreto, tangibile, in cui il Signore si rende presente nella realtà quotidiana, fino a mostrare e a far toccare le sue piaghe, segno del suo amore e della sua vittoria sulla morte. Questo evento rafforza la fede dei discepoli, trasformando il loro smarrimento in gioia. La concretezza dell'incontro con Gesù è ciò che vivono molti cristiani, un'esperienza che cambia il modo di vedere e interpretare la vita. Incontrando Gesù, infatti, ci si scopre in relazione non solo con Colui che rilegge e dà senso alla nostra storia ma anche con i fratelli. I discepoli di Emmaus possono mettersi a raccontare agli altri, non parlano più fra di loro ma mettono in circolo parole di speranza ricevute da Cristo, si fanno missionari. Non dimentichiamo mai di portare nel mondo speranza, quella che viene dall'essere toccati dall'amore e che sa leggere l'ingiustizia di una crocifissione spregevole come un processo di salvezza. Tanti uomini, donne, anziani e bambini, sono crocifissi dalle guerre, dall'ingiustizia, dalle calunnie, dalle discriminazioni, e possiamo essere anche noi le vittime. Eppure, dobbiamo passare da essere testimoni muti del dolore, a speranzosi portatori di vita nonostante tutto. Chiediamo la grazia oggi di essere operatori di speranza.

«Chi viene toccato dall'amore comincia a intuire che cosa propriamente sarebbe «vita». Comincia a intuire che cosa vuole dire la parola di speranza che abbiamo incontrato nel rito del Battesimo: dalla fede aspetto la «vita eterna» - la vita vera che, interamente e senza minacce, in tutta la sua pienezza è semplicemente vita. Gesù che di sé ha detto di essere venuto perché noi abbiamo la vita e l'abbiamo in pienezza, in abbondanza (cfr Gv 10,10), ci ha anche spiegato che cosa significhi «vita»: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). La vita nel senso vero non la si ha in sé da soli e neppure solo da sé: essa è una relazione. E la vita nella sua totalità è relazione con Colui che è la sorgente della vita. Se siamo in relazione con Colui che non muore, che è la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita. Allora «viviamo»» (Benedetto XVI).

 

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