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TESTO Commento su Giovanni 7,40-53

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Sabato della IV settimana di Quaresima (05/04/2025)

Vangelo: Gv 7,40-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù subisce la persecuzione in modo viscerale perché la gente e soprattutto i potenti dell'epoca cercavano di screditare profondamente quello che Egli era e rappresentava. Fu presentato come un ingannatore, un millantatore, un uomo che creava scompiglio e divisione, e anche chi credeva in Lui portava avanti diverse ipotesi su chi fosse davvero Gesù. Spesso pensiamo che il bene sia immediatamente palese e riconosciuto da tutti, in realtà tutto ciò che viviamo deve essere soggetto al discernimento. Se pensassimo che in modo assoluto ciò che è buono è visto da tutti, ci inganneremmo! Gesù, infatti, è arrivato al fallimento, ad essere rinnegato persino dalle persone vicine a Lui, che sono state amate da Lui, ma che hanno deciso di far finta di non conoscerlo, di scappare nel momento della prova, di litigare mentre si doveva restare uniti. Anche in questa epoca dove il mondo virtuale prende il sopravvento, esiste sempre più gente che decide di parlare della vita degli altri anche se non la conosce, che si associa con i like allo screditare gli altri senza riflettere sull'effetto che hanno le cattive parole. Gesù è stato ucciso non solo dalle mani di chi ha piantato i chiodi, da chi lo ha fustigato, incoronato di spine e issato su una croce; Gesù è stato ucciso dalle parole che annientano, dalla mancanza di discernimento di chi deve custodire gli altri. Il criterio utilizzato dai farisei per convincere la gente era: “Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei?”. Cioè, il nostro criterio per stabilire se qualcosa è buono non è solo il numero, il seguito ma anche il prestigio di chi segue quell'opera. Se non sono criteri da sottovalutare, non possono diventare principi assoluti, tant'è che con questa modalità non è stato riconosciuto Gesù! Il buon Nicodemo, facente parte di una classe privilegiata, prova a dire: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». È come dire: “guardate che stiamo tormentando una persona senza conoscerla, senza rispetto, con pregiudizio”. Eppure, la risposta è un altro pregiudizio: “Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!”. Cioè, tu che parli non sei abbastanza competente. Ma per attuare un discernimento c'è bisogno di una competenza da acquisire, da chiedere in dono, come regalo gratuito, che è l'amore. Questa è l'unica competenza che vale per la salvezza! Questo non è un invito a non studiare e approfondire ma ad utilizzare tutto ciò che facciamo e viviamo per imparare ad amare di più. A cosa serve sapere tutto su Dio e poi non riconoscerlo presente nella storia? Quali sono i nostri criteri di discernimento? Un parroco di campagna con tre vecchiette che celebrano con lui, può essere sconosciuto, disprezzato perché non è un grande predicatore, ma essere un uomo che vale veramente agli occhi di Dio. Perché? Gesù non pone come criterio di qualità il numero, la sapienza umana, la provenienza, la posizione sociale... no, solo l'amore è il criterio. Finalità ultima di ogni discernimento è conformarsi a Cristo, all'amore. San Paolo lo dice chiaramente nella lettera ai Corinzi: «[se] non avessi l'amore, non sarei nulla» (cf 1Cor 13,1-13).

 

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