TESTO Commento su Giovanni 4,43-54
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Lunedì della IV settimana di Quaresima (31/03/2025)
Vangelo: Gv 4,43-54
Arriva un momento nella vita dove sperimentiamo tutta la nostra impotenza nell'affrontare certe cose. Ora, quella difficoltà è, o almeno può essere, se lo vogliamo, la porta d'ingresso perché Gesù possa entrare nella nostra vita. Il Vangelo di oggi ci parla di un funzionario del re, non dice il suo nome, ma dice che è un padre. È il padre di un figlio gravemente ammalato ed è proprio questo dolore che lo spinge a mettersi in cammino. È consapevole che Gesù è l'Unico che può guarire suo figlio, ed è con questo desiderio del cuore che si mette in cammino. Davanti a ciò, chissà noi con quale fretta, con quale desiderio, con quale fede andiamo incontro a nostro Signore nelle difficoltà della vita, per presentargli anche le persone che amiamo, per affidarle alla sua infinità bontà e misericordia. Ma ciò che colpisce ancora di più in quest'uomo è la sua fede nella parola del Signore: «egli credette alla parola del Signore che gli aveva detto [= va', tuo figlio vive]». Ed è con questa certezza che intraprende il viaggio di ritorno e riconosce il segno nell'orario in cui Gesù gli aveva detto ciò. Quest'uomo crede e sa cogliere i segni. E noi? Chissà se anche noi sappiamo cogliere i segni del passaggio di Dio nella nostra vita! Passaggi spesso discreti, silenziosi, di un Dio che non si mostra con segni eclatanti ma con i segni del suo amore. Certo, a volte non avvengono guarigioni eclatanti come in questo caso, ma ciò non deve mettere in discussione l'amore di Dio per noi! Lui è anche un Dio misterioso che agisce per vie a noi sconosciute, e a noi chiede solo di fidarci di Lui. Alla fine di questo racconto, è interessante notare che credette non solo l'uomo ma, con lui, tutta la sua famiglia. Ecco, la fede certa di una persona produce meraviglie negli altri, permette al Signore di lavorare il cuore degli altri. In quante famiglie abbiamo assistito a miracoli di conversione grazie al sì di una moglie, o di un marito, o di una nonna, o di un giovane. Quanti danno la propria vita per la salvezza degli altri! Sta scritto che non c'è amore più grande di chi dona la propria vita per gli altri! E noi, cosa vogliamo donare della nostra vita?
«Non credo ad una fede che impedisce di soffrire: la fede in un Cristo crocifisso non può essere tale. Credo invece alla fede che spiega e colloca nell'ordine dell'amore sia la sofferenza sia la morte; credo alla fede che, attraverso il dolore, ci fa entrare in una beatitudine oscura ma definitiva» (Madeleine Delbrêl).