VIDEO Basta con l' ipocrisia: non partiamo sempre dal presupposto di aver capito tutto!
don Marco Scandelli don Marco Scandelli
VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (02/03/2025)
Vangelo: Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù 39disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
#2minutiDiVangelo
Commento al Vangelo a cura di don Marco Scandelli
Lc 6,39-45
Buongiorno a tutti e ben ritrovati con la Rubrica dei #2minutiDiVangelo! Oggi riflettiamo su un brano tratto dal Vangelo secondo Luca, capitolo 6, versetti 39-45. Gesù ci offre oggi delle immagini molto forti per parlarci di come guardiamo il mondo e di come il nostro cuore determina le nostre azioni.
In questo passo, Gesù ci invita a non essere superficiali nei giudizi. Parla della famosa "trave" e del "filtro" che a volte mettiamo negli occhi, impedendoci di vedere chiaramente. Quando giudichiamo gli altri, spesso ci dimentichiamo dei nostri limiti, delle nostre fragilità, e ci mettiamo su un piedistallo, come se fossimo perfetti. Ma Gesù ci sfida a guardare noi stessi, a vedere prima le nostre debolezze, a non essere ipocriti, a vedere con umiltà.