TESTO Commento su Mc 10,13-16
Casa di Preghiera San Biagio FMA Home Page
Casa di Preghiera San Biagio FMA è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!
Sabato della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/03/2025)
Vangelo: Mc 10,13-16

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Come vivere questa Parola?
Diversamente dalla logica di quel tempo, Gesù prende i bambini come modello per le proprie parabole, li benedice volentieri, rimprovera gli apostoli seriosamente infastiditi per la loro esuberanza. «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite».
Cosa abbiamo da imparare dai bambini? Gesù non ci chiede di avere una fede infantile ma di aprirci ad uno sguardo capace di stupirsi, di accogliere il Regno senza impantanarci nelle nostre mille adulte obiezioni.
Il bambino ha una predisposizione nell'accogliere, nel credere, nel vedere, nell' aprirsi alla vita. Un bambino solitamente vive di stupore, gode di ogni realtà, è aperto alla novità, si adatta. Gli adulti perdono tanto tempo a commentare le proprie cadute, i bambini invece si rialzano, sono ostinati e rischiano. I bambini dimostrano una capacità spirituale che risulta sorprendente: esplorano il mistero, con i piedi per terra.
Questo significa farsi piccoli! Ma farsi piccoli significa anche accettare di perdersi e di essere ritrovati. Accettare di sbagliare e lasciarsi portare sulle spalle dalla misericordia. Farsi piccoli significa accettare di perdonarsi. Dovremmo allora imparare la lezione che ci viene dai bambini, non tanto nell'essere sprovveduti nel modo di vivere, o ingenui, ma nella capacità di essere semplici, cioè di saper puntare tutto sull'essenziale, su ciò che conta.
La fede richiede una serenità che la vita ci toglie col passare degli anni: sapersi abbandonare nelle braccia di Dio Padre ricorda l'addormentarsi sereno del bambino svezzato in braccio a sua madre.
Oggi, nella mia pausa meditativa, prego con calma il Salmo 131: “Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l'anima mia. Israele attenda il Signore, da ora e per sempre.”
La voce di un attore e un filosofo
“Tanta voglia di crescere per poi accorgersi che rimanere bambini è la cosa più bella che ci sia”.
Robin Williams - attore
Un uomo infantile non è un uomo il cui sviluppo è stato arrestato: al contrario, è un uomo che ha dato a se stesso una possibilità di continuarsi a sviluppare a lungo dopo che molti adulti hanno avvolto se stessi nel bozzolo delle abitudini e delle convenzioni di mezz'età.
Aldous Huxley - Filosofo
Sr Vilma Colombo FMA - direttricesanbiagio12@gmail.com